Una notizia piccola piccola: la Asl n. 1 di Massa Carrara ha un buco di bilancio di 300 di milioni di euro serviti a tutto meno che a curare gli ammalati e tenere in piedi la struttura. Assunzioni di figli di politici, auto, gioielli, amiche, fidanzate, orologi XXL (insomma, i Rolex), tutto in linea con la tradizione italica del “governa e fatti i cazzi tuoi”, il leit motiv del berlusconismo. Ma la notizia non è questo pur succulento fatto di cronaca nera, è quella politica che ne è stata la conseguenza. Dopo le indagini della Procura di Massa, è stata istituita addirittura una Commissione parlamentare per accertare le cause del “buco”. Al momento della votazione del documento nel quale emergevano tutte le schifezze commesse dai dirigenti della Asl, ci sono stati 14 voti a favore, un astenuto che di prassi è il presidente della stessa Commissione (in questo caso Leoluca Orlando dell’Idv) e cinque voti contrari: tutti del Pd. Evitiamo ogni commento. Non serve. Qualche commento invece dobbiamo farlo sull’ultima uscita di Uolter il Kennediano favorevole a “toccare i santuari del ‘no’ che hanno bloccato (secondo lui) la crescita del paese”. Uolter si riferisce ovviamente all’art. 18, a quella norma che impedisce al datore di lavoro di ghigliottinare chi crede e come meglio crede. Non basta che tutta la sinistra si sia schierata contro il tentativo di metterci le mani, che il sindacato abbia ritrovato unità proprio sulla difesa dell’art. 18, non basta che Piergigi Bersani, il leader del suo partito sia stato chiarissimo nel bocciare ogni tentativo di stravolgimento né che il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, abbia detto a Uolter che qualche volta portare avanti la posizione ufficiale del partito non sarebbe male, e sicuramente non un peccato, Uolter va dritto per la sua strada aprendo di fatto la stagione del “centrismo” nel Pd ansioso di andare a governare con l’Udc e con il Pdl. D’altronde, per chi non è mai stato comunista, l’ultima battaglia ideologica (perché così ha voluto Berlusconi che diventasse la discussione sull’articolo 18), per tenere in piedi ancora qualche piccola sensibilità di sinistra, non va proprio giù. Ma Uolter ha, di fatto, aperto anche il discorso sulla leadership del partito. Siccome a lui dell’Africa non frega un amato cazzo, dopo aver deciso di restarsene a casa e di continuare a fare politica come se non avesse perso malamente le elezioni, si è messo in testa di riprovarci, non tenendo in considerazione, poverino, che qualora dovesse andare al governo con Casini il presidente del Consiglio non sarebbe lui. Però il partito di Pierfy è straordinario, per far parte di alleanze non si accontenta più di ruoli di secondo piano, oggi pretende la poltrona numero Uno, si tratti di sindaci, di presidenti di province, di regioni, di condomini, di circoli sportivi o del governo nazionale, e il Pd ci casca ogni volta incapace di prendere fra le mani la propria vita e di dare un segnale molto forte di presenza politica. Il caso di Massa è esemplare, quello di Uolter e l’articolo 18, la ciliegina sulla torta. E così, mentre il Pdl è alla canna del gas, tanto che Silvio sta pensando seriamente di presentarsi alle amministrative con liste del partito mascherate da liste civiche, il Pd continua imperterrito nella demolizione della sinistra che fu. E poi uno dice che diventa anarchico.
Magazine Politica Italia
Se il Pdl è allo sfascio il Pd non ride. La lunga agonia dei politici tanto al chilo.
Creato il 20 febbraio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsortiPotrebbero interessarti anche :
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