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Se il re è nudo, vuol dire che qualcuno ha troppi vestiti indosso

Creato il 17 giugno 2010 da Loffio

E quel qualcuno sono io.

“Tranquilli è una collezione primaverile di una marca francese, sarete vestiti leggeri”. Ho addosso un paio di pantaloni che mi fanno sembrare un bimbo dei centri estivi, di quelli che le maestre guardano sorridendo mentre dicono “Lorenzo beh.. Lorenzo poverino è tanto bravo, ma non ce la fa”, i calzettoni bianchi alti fino al ginocchio ed le scarpe bianche da tennis. Sopra ho una camicia, una cravatta ed una maglia simil-rugby di cotone spesso.

E il colletto tirato su, mi raccomando, sia mai non si passi per coglioni.

Se il re è nudo, vuol dire che qualcuno ha troppi vestiti indosso (Resoconto Pitti Immagine 1)

Avete 5 minuti per trovare la dignità in questa foto

Collezione primaverile una bella sega, io non so che primavere hanno in Francia, ma dev’essere durissima passarle senza finire sbranati da un orso polare mentre passeggi per gli Champ Elysees.

Qua invece un temporale estivo ha appena chiuso i rubinetti, cazzo.

I temporali estivi sono le rockstar della meteorologia, arrivano, spaccano tutto, svuotano il frigobar e poi ti lasciano li a pagare il conto di un’umidità del 90% quanto torna il sole.

Questo Pitti sarà durissimo.

E qui direi che è arrivato il momento di spiegarvi cos’è il Pitti Immagine:
diciamo che due volte all’anno Firenze si ricorda di essere qualcosa più di una vecchia signora che vende le foto di quando era giovane, e organizza un carrozzone di moda e tendenze che racchiude perfettamente due caratteristiche tipiche del fiorentino medio: spocchia fuori scala e rozzezza bottegaia

Sono i giorni in cui dio rovescia su Firenze un catino di belle donne e gente vestita male di proposito, dei fiorentini che scandagliano il centro a caccia di modelle, degli ingorghi chilometrici per i viali che ogni volta rischiano di buttar giù la Fortezza a suon di bestemmie, della ricerca di un invito per le feste “esclusive” in cui gente fa a gara a chi si annoia di più, delle standiste, dolci e teneri fiori di campo montati su gambe chilometriche  che poi aprono bocca e “DIO BONINO CHE CARRRDO, C’HO TUTTO IL CULO BAGNATO!”.

A Pitti ci puoi trovare due tipi di persone: quelli che ci vanno a comprare (pochi) e quelli che vanno ad arraffare gadget (molti), e poi ci sono quelli come me, che vendono la propria dignità per quattro giorni e girano per la mostra vestiti nei modi più assurdi: cowboy, giocatori di polo, maratoneti, punk, troioni.. e bimbi delle colonie con dubbi sulla propria identità sessuale ed evidenti problemi di traspirazione.

Dunque eccomi qua, dopo mezz’ora la camicia è diventata cellophane trasparente ed è questione di poco tempo prima che vengano rotti anche gli argini della maglia da rugby e debba fingere di esser stato vittima di uno scherSoso gavettone.

Meno male che ora c’è la pausa pranzo.

Finalmente cazzo, il tipo dello stand ha detto di cambiare look per il pomeriggio, ora gli chiedo se posso togliere la camicia, grande idea, almeno il pomeriggio lo passo senza rischiare la disidratazione.

“Sorry can I change my look? I think I can leave the…”

“Me ui mon ami! Now you will dress like a proper rugby gentleman!”

“A.. proper… rugby…”

“Gentleman! With a jacket!”

“Yes but..”

“But? Come on you will be fine, smile my friend!”

Faccio un sorrisone pensando alla barca di soldi che mi danno per quattro giorni di lavoro, che ci volete fare, sono un giornalista, sono naturalmente portato per fare la puttana.

Ma niente poteva prepararmi a ciò che trovai ad attendermi nel camerino.


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