Tutto inizia, o meglio finisce, il 14 dicembre scorso. Oggi, 14 marzo sono passati 3 mesi da quando la bambina è stata tolta alla mamma che l’aveva in affidamento.
«Dal dicembre scorso mia figlia è in una casa famiglia perchè il giudice dopo la separazione ha stabilito che la conflittualità con il mio ex compagno non la fa vivere in un contesto sereno - ha raccontato Puma -. Ma è assolutamente falso. La bambina stava bene, andava a scuola, era serena. Ora invece piange, protesta e si dispera ogni volta che la chiamo al telefono. E posso farlo solo tre volte a settimana. Una sola volta a settimana posso andarla a trovare, per un'ora e mezza. Mi chiede di tornare a casa e non sappiamo cosa fare».
Già cosa fare? Come poter dare alla bambina la certezza di continuare a fidarsi se le promesse della madre di farla uscire da lì non sono mai state mantenute? E come si può tenere ancora lì una bambina di 7 anni probabilmente colpevole di essere figlia di genitori che non vanno d’accordo e per questo separati.
Eppure se loro l’hanno ammesso a se stessi ed al mondo e sono tornati indietro sui loro passi separandosi, dal palazzo tutto tace anche dopo il sit-in di solidarietà svoltosi stamani davanti al Tribunale dei minori di Roma.
Alla manifestazione a favore di Federica P., 31 anni, milanese residente nella capitale, promossa dall'associazione Donne per la sicurezza Onlus, hanno partecipato una decina di persone, tra cui altre madri protagoniste di casi analoghi e loro parenti. E con quale cuore il padre può sostenere un peso del genere?
Il Tribunale dovrebbe riuscire a capire quando il minore diventa un oggetto per ferire l’altro. Qui, però, non giochiamo alle bambole e se una bambina viene allontanata dalla madre, a soffrire sono in 2 (e adire il vero qualche persona con un briciolo di cuore). La donna accusa l'ex compagno di aver chiesto di mandare la figlia in una casa famiglia, con la prospettiva di darla poi in adozione, solo per vendicarsi.
Intanto l’avvocato della donna, Giuseppe Lipera fa sapere che «Abbiamo denunciato il giudice del Tribunale dei minori per questa decisione»
Nel frattempo mentre ognuno cerca di fare quel che può con i mezzi che ha, la bambina soffre come la madre ma « nella casa famiglia sta subendo un trauma psicologico gravissimo. E ci sono molti casi del genere» tiene a precisare il legale. già, come si può pensare di allontanare una bambina dalla sua mamma, la famiglia, gli amici, la scuola senza crearle alcun danno?
E mentre si resta in attesa di giustizia, la madre è pronta a far arrivare il suo sostegno alla figlia attraverso i giornali, farle capire che non è sola, che non l’ha abbandonata, che sta lottando per salvarla, che può continuare a fidarsi della sua mamma. E non solo.
Federica P. ha detto di essere pronta a iniziare uno sciopero della fame e una protesta a oltranza davanti al Tribunale dei minori se la figlia non tornerà a casa. Chi sa o immagina cosa potrebbe significare un dolore simile, non può che appoggiarla e sostenerla anche su facebook.
A quella bimba che dalla casa famiglia continua ad urlare tutte le volte «Mamma portami via » possiamo dirle che anche noi non molliamo!