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Se in Calabria cresce la manodopera migrante…aumenta il sommerso

Creato il 14 giugno 2011 da Yellowflate @yellowflate

CGIL hamlet redazione@mediterranews.orgLa CGIL  di Cosenza lamenta la grande presenza di sommerso nell’economia calabra, ecco cosa scrive il sindacato in una nota:”L’economia calabrese ha nel sommerso uno dei suoi elementi strutturali, che affonda piu’ tenacemente le radici in quei settori dove la destrutturazione del mercato e’ massima, dove a dominare e’ il sistema delle micro – imprese, dove e’ piu’ radicato l’interesse ed il controllo da parte della criminalita’ organizzata, dove piu’ complesso e’ il controllo ed il contrasto, in due settori in particolare: l’agricoltura e l’edilizia, che insieme al settore dei servizi sono i piu’ colpiti dalla presenza di lavoro nero e grigio, di evasione ed elusione fiscale e contributiva e, non a caso, di una maggiore incidenza di infortuni gravi e mortali”.

Per la Cgil di Cosenza poi nei cantieri e nelle campagna è sempre più presente la manodopera  migrante, che con l’introduzione del reato di clandestinita’,  vengono costantemente tenuti sotto ricatto, e, scrive il sindacato, “i lavoratori, impossibilitati a denunciare l’irregolarita’ lavorativa perche’ immediatamente perseguiti penalmente per il reato di clandestinita’ ed automaticamente espulsi dai confini nazionali,  ecco spiegato perche’ le categorie dell’edilizia e dell’agroindustria della Cgil, la Fillea e la Flai, insieme alla Confederazione Regionale e Territoriale, nell’ambito della campagna nazionale e regionale dal titolo ‘Stopcaporalato’, lanciano una proposta di legge che inserisca nel nostro ordinamento giudiziario il reato di caporalato, attualmente punito, solo in caso di flagranza, con una sanzione amministrativa di appena 50 euro per ogni lavoratore ingaggiato”.

”Occorre dunque superare un limite evidente del nostro ordinamento penale – dice la Cgil – per questo ci facciamo promotori di una proposta di legge che sottoponiamo all’attenzione ed alla discussione tra tutti i soggetti istituzionali, a partire dalle forze politiche e dalle commissioni parlamentari, convinti che sia giunto il momento di scrivere nero su bianco nei nostri Codici che fare intermediazione di manodopera illegalmente e’ un reato e come tale va contrastato, accertato, punito”.


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