Oggi riuscire in un rapporto di coppia è, per certi versi, un vero dramma.
I dati ISTAT, nel 2012, riportano che su 1000 matrimoni si contano 311 separazioni e 174 divorzi…un dramma, appunto! Per non parlare dei fidanzamenti: cercare e trovare nella fauna urbana una donna o un uomo degni di questo nome è un’impresa.
Fanciulle gattine, senza molti filtri (e non di Instagram!) e senza grandi argomentazioni, giovanotti di tutte le età (ma la fascia 30-40 è la più disastrosa!), barbuti e muscolosi, senza palle e con la paura delle proprie emozioni, corna, doppie o triple storie, flirt digitali tra like e chattate, ma soprattutto la mancanza di sincerità e rispetto per l’altro, sono – in linea di massima e senza alcuna presunzione, per carità – le caratteristiche più diffuse di pseudo-rapporti di coppia contemporanei. Sicché, se da una parte, per i più sensibili, vi è un profondo sconforto e delusione, dall’altra vi sono spesso le pressioni di famiglia e amici che spingono per una realizzazione sentimentale.
Considerato, però il deprimente scenario, sarebbe divertente diventare i “designer” del principe o della principessa ideale che, seppur virtuale, quantomeno alleggerirebbe le ansie di chi ci sta intorno (e di riflesso il nostro livello di stress) in merito alla nostra vita privata.
Ci hanno pensato, ovviamente, oltreoceano, con il lancio nel 2013 dell’APP Invisible Girlfriend, disponibile da Gennaio 2015 anche nella versione per lei, Invisible Boyfriend. Il servizio, ideato da Matthew Homann e Kyle Tabor, ancora non disponibile sul mercato italiano, ha un costo mensile di $24,99 e dà la possibilità agli utenti di scegliere le caratteristiche del proprio partner invisibile: nome, età, interessi, tratti della personalità, alto/a o basso/a, ecc. ecc.
Completati questi step, inizia la surreale relazione che, 24 ore su 24, grazie ad un software e a un team in remoto di circa 200mila persone che inviano messaggi, foto e audiomessaggi, (si sta già pensando alle evoluzioni con invio di fiori o regali), consente un’adeguata “copertura” a chi magari è single da tempo, a chi vuole temporeggiare sul proprio coming out o ancora, come sostiene qualcuno, vuole semplicemente fare ingelosire.
Quest’APP, un po’ forse ispirazione rivisitata del premio Oscar “Her” o del più recente e nostrano “Ma che bella sorpresa”, è – a parere di chi scrive – geniale tanto quanto incredibilmente ridicola e sembra mettere un po’ spalle al muro (come va di moda di recente) la profondità di sentimenti ed emozioni, di abbracci e sguardi che tolgono il respiro e di un cammino insieme, fatto di voli emotivi ma anche di sfide contro le difficoltà del quotidiano.
E a questo punto, amici lettori, chi se ne frega del parere degli altri, meglio non rimbambire con discutibili applicazioni che impoveriscono solamente il nostro senso umano…meglio la compagnia di un cane, no?!?
Eleonora Dafne Arnese