Se la mamma soffre di depressione post-partum, il primo a risentirne, naturalmente, è proprio il bambino. Ma questa può diventare anche una delle cause dei disturbi del sonno di cui soffrono i più piccoli, fino a sviluppare un vero e proprio problema.
A sostenerlo è uno studio condotto dagli scienziati della Penn State University, pubblicato su Child Development, secondo il quale sarebbe proprio il comportamento della madre a influire negativamente sul sonno del figlio.
Una madre depressa, infatti, tende a preoccuparsi e a stare in ansia molto più di una che non soffre di tali sintomi, e quindi a cercare il neonato soprattutto di notte e a svegliarlo anche quando questi dormiva profondamente e non aveva alcun bisogno di lei, o era sveglio ma non angosciato.
Questa eccessiva preoccupazione è stata associata dagli studiosi a un aumento della veglia notturna rispetto ai neonati delle madri non depresse, che loro malgrado si ritrovano a dover combattere un sonno disturbato.
Tutto ciò, avvertono ancora gli autori della ricerca, può avere inoltre ripercussioni negative anche sul rapporto tra i genitori e il figlio nel lungo periodo. Sconvolgere l’equilibrio tra veglia e sonno, sia nei confronti del bambino sia per riflesso verso i genitori, mina infatti la serenità e la qualità della vita familiare.
Bisogna dunque analizzare la situazione familiare e intervenire come necessario, se in difficoltà emotiva è la madre o se al contrario è il bambino ad avere frequenti risvegli notturni che disturbano i genitori:
- per ridurre l’ansia della madre, o di entrambi i genitori, si dovrà procedere verso una maggiore consapevolezza del problema e dell’importanza del sonno nei neonati e nei bambini, fino a poter ridurre i sintomi di preoccupazione e depressione;
- se è il figlio invece a svegliare ogni notte i genitori, bisognerà aiutarlo a imparare e a sviluppare l’autoregolazione del sonno.