Ci hanno abituato a pensare che nel letto della pianura padana tutto tace avvolto dalla nebbia e dal silenzio, quasi nessuno a sentirci parlare sa distinguere dove siamo nati. Un piccolo angolo di terra sulla punta estrema di una delle regioni più produttive d’Italia, che parla insieme, emiliano, lombardo e veneto. Siamo quelli dei limiti di confine che pochi sanno riconoscere. Gente di Provincia, schietta e concreta che a volte si guarda di sottecchi, perché stenta a identificarsi, troppo presa a ritagliarsi una chiara identità. E allora Bologna è più socievole, Milano è più cosmopolita e Verona ha le dimensioni giuste e l’Arena che come una bella di notte anima d’estate le sue piazze.
Ma se la terra che trema è la tua, ti disorienta e poi la riconosci
Nella Pianura del Po ci vivo da sempre e Mantova non l’ho mai provata a raccontare, finché il 23 maggio scorso, a pochi giorni da quel primo tremore improvviso e furtivo della mia terra, non mi è capitato di presentare in pubblico Memoria dell’acqua, una raccolta di racconti di Fabio Veneri, edita dalla piccola casa editrice milanese Rayuela edizioni.
Memoria dell’acqua è un viaggio circolare che parte dalla mia terra, che poi è anche la terra dell’autore, e ci ritorna attraverso Bologna, passando per i paesi che si affacciano sul letto del fiume che bagna la Bassa.
La Bassa per noi mantovani è la terra al di là del fiume, dove la s è più sibilante e la Lombardia si appoggia appena all’Emilia. In queste terre lontane dal capoluogo lombardo vivono le anime in pena della Pianura del Po che Fabio Veneri, scrittore ed esploratore di pianura, ha descritto con tante brevi storie che illuminano come piccoli asteroidi di provincia strade secondarie, conducendoci alla scoperta della Pianura Padana.
I racconti di Memoria dell’acqua scandagliano le terre della Bassa del Po come un aratro pronto per un lungo viaggio che prima passa lungo le Metropoli, Bologna e Piacenza e poi per quelle terre che si snodano lungo tutta la Via Emilia. Mesopotamia padana, s’intitola la seconda parte di questa raccolta di storie, una terra racchiusa tra due fiumi, il Po e la gente. Quando la scrittura di Veneri attraversa i piccoli paesi e le grandi città sul Fiume fa riaffiorare ricordi ed emozioni di chi in questa terra ci è nato o anche ci è solo passato e così, come un aratro che smuove le zolle, fa emergere le radici che alimentano la mia Terra. Radici culturali fatte di uomini, idee, pensieri che sotto forma di brevi citazioni, incastonate come piccoli cammei in un gioiello prezioso, animano le pagine di questo libro.
Leggere Memoria dell’acqua per un mantovano è come vivere in un déjà vu. Ti puoi ritrovare a fare due chiacchiere in un bar all’aperto di una piccola frazione di Provincia con: Pier Vittorio Tondelli, Guccini, Vinicio Capossela, Camillo Pranpolini, Zavattini, Umberto Bellintani, Guido Gozzano, Paolo Nori, Giuseppe Verdi, Salvador Allende. Questa raccolta di racconti è un viaggio nel viaggio, una spedizione lungo il Fiume controcorrente che ritorna a Mantova passando per le terre del Po.“La storia di queste storie è un intimo bisogno di unire e ricucire un territorio e le persone che lo abitano. Questi racconti potevano essere tante piccole bottiglie, ognuna con un messaggio all’interno, pronte a navigare sull’acqua del lago. Hanno scelto di essere un libro per effetto di un’antica intuizione: uniti siamo tutto, discordi siamo nulla”.
Se la terra che trema è la tua
Ti capita di riconoscerti negli occhi impauriti del tuo vicino di casa, di salutare chi non ti ha mai salutato e forse conosci di vista solo perché ti vive accanto da sempre. E ti senti ferito se i vecchi monumenti della tua città non fanno più da sfondo alle tue giornate.
Non si è più sicuri di nulla, perché anche la casa non è più una certezza. E allora capisci il valore della condivisione. Con le stesse radici, si possono condividere e superare il dolore e la sofferenza. Uniti gli abitanti della Valle del Po, dell’Aquila, del Friuli, dell’Irpinia…fanno l’Italia.
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