C’è un altro argomento che ho trattato spesso e di cui vorrei fornire qualche dato in più: le scorie. Sempre un articolo di Milano Metropoli, stavolta a pagina 14, presenta il discorso come un ‘falso problema’. Vi spiego perché, citando parti dell’articolo: una centrale EPR produce in un anno circa 60 metri cubi di rifiuti a bassa attività (decadono in 30 anni), circa 20 m cubi di media attività (decadono in 2-300 anni), pari quindi complessivamente a poco più di un container ogni anno. E infine i rifiuti ad alta attività (decadono in migliaia di anni), provenienti dagli impianti di ritrattamento e dal combustibile esaurito. Questi ultimi, come dicevo, hanno tempi molto più lunghi di decadimento ma ne vengono prodotti in quantità ridottissime (circa 9 metri cubi all’anno per centrale: cioè occorrono 7 anni per riempire un container). Quindi si capisce bene perché sia un falso problema: gli Epr producono mediamente poche scorie, che si smaltiscono in tempi ragionevolmente brevi, mentre le più radioattive sono pochissime e, per quanto richiedano molto tempo a decadere, sono pur sempre facilmente gestibili. Questo perché la tecnologia Epr, sebbene ne stiano costruendo 2 esemplari, è ad oggi ancora a livello di prototipo: è lo stato dell’arte. E per lo stesso motivo si possono spiegare i ritardi e le difficoltà avute in Francia e in Finlandia: perché sono prototipi e i prototipi fanno questi scherzetti. Nel senso che richiedono tempo e cura certosina, verifiche anche multiple e aggiornamenti; trattandosi di una cosa mai fatta prima, mi sembra del tutto normale. Però non ho dubbi sul fatto che ne verrà fuori qualcosa di rivoluzionario: ancora più sicurezza, ancora più efficienza, ancora più potenza, ma con meno consumi e meno scorie. Cioè lo stato dell’arte. Sono certo che chiunque progettasse centrali atomiche 50 anni fa, scrutando nel futuro, avrebbe considerato l’ipotesi si un simile livello di evoluzione tecnologico un miracolo.
Andando oltre, una delle critiche che più si sentono è legata a dove mettere le scorie. Perché, per poche che siano, vanno stoccate in via definitiva. Giusto un paio di giorni fa ho visto una trasmissione in tv che ne parlava. E non in termini entusiastici.. Ma per forza! Sono stati citati come esempio i due depositi di scorie più falcidiati da errori di progettazione, di gestione e organizzazione, e, francamente, i più iellati che ci siano al mondo. Ma le conclusioni si possono trarre considerando anche gli esempi più virtuosi.. che sono la stragrande maggioranza. Altrimenti come si può dare un giudizio equilibrato?
Magazine Ecologia e Ambiente
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Il dinosauro incoronato | Oggiscienza
Abbiamo ancora da imparare tanto sui dinosauri e la loro storia. Come mi ha detto Marco Petruzzelli, paleontologo dell’Università di Bari, “i dinosauri sono... Leggere il seguito
Da Annovigiulia
SCIENZE -
Contemporaneità ed emancipazione psico-spirituale: nuove inquisizioni e nuove...
Di LENI REMEDIOSParte TerzaIn Minima Mercatalia, nel capitolo dedicato alla fase odierna del ‘capitalismo speculativo’, Fusaro, nel quadro di un’osservazione... Leggere il seguito
Da Criticaimpura
CULTURA, SCIENZE, SOCIETÀ, DA CLASSIFICARE -
Contemporaneità ed emancipazione psico-spirituale: nuove inquisizioni e nuove...
Di LENI REMEDIOSParte SecondaEMANCIPARSI DA CHE E PER ANDARE DOVE?Torniamo a Nietzsche. E concedetemi il lusso di un raffronto interculturale sul filo del... Leggere il seguito
Da Criticaimpura
CULTURA, SCIENZE, SOCIETÀ, DA CLASSIFICARE -
Contemporaneità ed emancipazione psico-spirituale: nuove inquisizioni e nuove...
Di LENI REMEDIOSParte Prima“It is the first responsibility of every citizen to question authority”Benjamin Franklin“If you are not able to throw away a... Leggere il seguito
Da Criticaimpura
CULTURA, SCIENZE, SOCIETÀ, DA CLASSIFICARE -
Italia, crescono le rinnovabili “fai da te”
Entro il 2020, il 20% dell’energia italiana sarà prodotta grazie a mini-impianti fotovoltaici. È quanto è emerso da uno studio presentato da Bip (Business... Leggere il seguito
Da Pdigirolamo
SCIENZE -
Una ricerca internazionale ha scoperto come cambia la forma delle staminali
Le cellule staminali mutano forma e volume per muoversi, comunicare con l’ambiente circostante o nello svolgimento di altre funzioni. Leggere il seguito
Da Conservazionecordoneombelicale
MEDICINA, RICERCA, SCIENZE