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Se leggere è considerato una frivolezza passeggera

Creato il 07 maggio 2015 da Altovolume

Se leggere è considerato una frivolezza passeggera

Immagine stereotipata di una donna lettrice.
Io di solito leggo in bagno (perché c'è più luce,
non pensate male, anche se certi libri...)

Partiamo da un presupposto: sono giovane (ancora per poco), donna e amo leggere.
In un paese che non legge, che è ancora fortemente maschilista e che ha una classe politica che ha chiamato i giovani con vari appellattivi bamboccioni/choosy/mammoni etc.
Capirete anche voi che c'è qualcosa che non va.
L'anomalia sono io-che-leggo ovviamente, non il sistema e il modo di pensare comune.
Così succede che sempre-più-spesso alla domanda/risposta: «Leggi tanto?/ Si, mi piace leggere» la gente, per lo più signore oltre i 40-50, mi rispondono con un sorrisetto: «ah si? Goditela adesso perché poi non avrai più tempo di leggere» - sorrisino d'intesa con altra signora - «dopo avrai così tante cose da fare che ti passerà!».
Oppure: «Eh ma tu sei giovane, hai tanto tempo libero. Vorrò vederti alla mia età!»
E ancora: «Vedrai quando ti sposerai»
Tralasciando che queste sembrano più minacce e che se uno dovesse ascoltarle davvero, si guarderebbe bene dal solo pensare di metter su famiglia. Ecco, tralasciando ciò, penso: perché se io amo leggere ed effettivamente riesco ancora a leggere, devo avere automaticamente una scusante?

Se leggere è considerato una frivolezza passeggera

Quando leggo sono più o meno così.
Orba, mentre faccio altro, in piedi o
comunque in posizioni scomode.

Sono giovane.
Bene, secondo l'opinione comune quindi ho un sacco di tempo libero e solo per questo riesco a leggere.
Nessuno ha mai dato l'impressione di pensare che mi sforzi di ritagliare dei momenti per la lettura.
Nessuno sembra pensare che essere giovane di questi tempi è difficile perché il tuo contratto ha una scadenza sempre più vicina, perché devi fare per forza questo e quello per far quadrare i conti, perché devi essere sempre e costantemente all'erta quando ti chiamano per un lavoro a km di distanza.
No, per tutti se sono giovane e amo leggere è solo perché ho tanto tempo libero. E magari quel politico là ha ragione, se ho tempo per leggere potrei aver anche il tempo per trovare un lavoro vero.
Sono donna.
Ah, questa è grave, la minaccia più concreta.
Sono donna e quindi significa che a breve dovrò necessariamente accasarmi e sfornare pargoli, quindi non avrò più tempo per leggere. E se troverò tempo per leggere probabilmente sarò una sciagurata perché non avrò messo i figli al primo posto.
Sono donna e quindi significa che dovrò occuparmi di tutto in casa: pulizie, cibo, economia domestica. Altro che libri!
A nessuno passa per la testa che una madre-moglie è necessariamente munita di un padre-marito.
Non ho mai capito questa pretesa, ai limiti della cattiveria, che hanno certe persone, sopratutto donne, di farti sentire in colpa perché riesci a fare qualcosa che ti piace, qualcosa solo per te.
Amo leggere.
La gente fatica a concepire questo hobby, figuriamoci quando è anche un lavoro.  In un paese che è vissuto negli ultimi trent'anni con la politica del mi sono fatto da solo, che vive con slogna tipo il governo del fare, leggere è quasi una colpa.
Per leggere devi prenderti necessariamente del tempo, devi stare immobile, estraniarti da te stesso e immergerti in un'altra storia, imparare nomi diversi, complicarti un'altra vita. E non ci sono risultati concreti. Capirete che di questi tempi è una pecca non avere niente di concreto in mano. Leggere ti offre solo  altri punti di vista, sta a te poi vedere cosa fartene.
Questo post nasce dall'esasperazione.
Esasperazione dal sentirsi continuamente a disagio, quasi in colpa, quando dici che ami leggere e effettivamente riesci a leggere. Il popolo dei non-lettori - che l'AIE cerca di convertire con tanta buona volontà ma che fosse per me traccerei una bella linea e guai a superarla- è composto da nugoli di persone contorte che pensano che tu li voglia far sentire in colpa perché non leggono semplicemente dicendo che tu leggi. Capite?
Persone che sentono il bisogno di sminuirti facendoti intendere che leggere è in fondo una perdita di tempo, non è una cosa seria e che presto passerà. Sento questi discorsi da quando sono ufficialmente "donna", il tempo è passato e io sono ancora qua uguale a prima, dentro e fuori.
Dopo tanti sorrisi di circostanza, non ho più parole e non voglio averne perché non devo giustificare il mio modo di vivere con nessuno.
Ebbene signori e signore, mi dichiaro colpevole. Sono giovane, sono donna e amo leggere.
E non intendo smettere. 

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