Se lo dice anche il Corriere della Sera, è proprio orripilante

Creato il 28 agosto 2012 da Antonioriccipv @antonioricci

Lo so ne abbiamo già ampiamente parlato ma questa legge elettorale, se fosse veramente come la si descrive,  è talmente orripilante che se fosse approvata darebbe un incredibile spinta all’astensionismo e al movimento 5 stelle che ci permettiamo di seguirne l’iter nella speranza che da Roma arrivino segnali diversi.

Ci chiediamo come si fa a non capirlo.

Abbiamo già descritto le caratteristiche di questa legge #ascatolachiusa perché i cittadini votano il partito che poi decide cosa fare dopo il voto, per l’appunto a scatola chiusa.

Oggi riportiamo parte dell’editoriale di Giovanni Belardelli, molto critico sulla nuova legge elettorale in gestazione da parte della strana maggioranza.

Se anche il Corriere della Sera si accorge che si sta generando un mostro occore riflettereci molto bene.

“la scelta dei rappresentanti e la scelta del governo — sembrano fortemente compromesse dalla legge sulla quale i partiti della maggioranza stanno cercando un accordo. Non solo il premio del 10 o 15% al maggiore partito non garantisce la governabilità, ma l’intero meccanismo previsto sembra fatto apposta per determinare una frammentazione politica che affiderebbe la formazione di una maggioranza alle trattative tra i partiti solo dopo il voto.

Quanto alla scelta da parte dell’elettore dei propri rappresentanti, si ipotizza la parziale reintroduzione delle preferenze, che rischia piuttosto di riportarci al mercanteggiamento dei voti che caratterizzava le competizioni elettorali della Prima Repubblica. Soprattutto, un terzo o la metà dei seggi sarebbero assegnati attraverso liste bloccate, che riprodurrebbero così la principale anomalia (e sconcezza) del sistema attuale, che ha fatto parlare di un Parlamento non di eletti ma di «nominati» (dai vertici dei partiti). Tali «listini» di partito sono stati giustificati dall’onorevole Cicchitto con la necessità di assicurare l’entrata in Parlamento di «una serie di parlamentari di alto livello » che altrimenti rischierebbero di non entrarvi. Quanto a dire che il principio della sovranità popolare dovrebbe essere corretto alla luce di una sorta di diritto a essere rieletti dei politici «di alto livello» (e verrebbe allora da chiedersi quanto «alto» debba essere questo livello, cioè quanti siano i candidati che possono contare sulla rielezione assicurata).

Una proposta del genere riflette quella tendenza della classe politica a bloccare ogni ricambio che Gaetano Mosca definì come «aristocratica »; una tendenza forse condivisa anche fuori del Pdl, a giudicare dalle polemiche generazionali che agitano il Pd. Ammesso (e, ci permettiamo di aggiungere, non concesso) che un tale diritto dei politici di «alto livello» a essere rieletti abbia qualche fondamento, come si fa però a non comprendere che oggi una proposta simile equivale ad alimentare la peggiore demagogia antipolitica? Così, se giungerà in porto, la nuova legge elettorale farà sopravvivere (almeno per il momento) l’attuale ceto politico, ma al prezzo di un ulteriore e preoccupante svuotamento delle istituzioni democratiche.”



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