…e io me lo sono dimenticato.
Non che io non conosca la geografia, mio padre era fissato su confini, monti e fiumi e quando viaggiavamo sulla A1 tra la Lombardia e il Lazio il viaggio era un’interrogazione serrata e continua. Mi sogno ancora l’Italia come sterminato campo di canna zucchero perché quando mi chiedeva cosa si coltivava qui o là partivo sempre dalla canna da zucchero che si coltivava nel 90% dei luoghi citati.
Comunque questo post nasce da un dibattito su twitter di questa notte.
Il post scrive: “Un incendio è in corso sul grattacielo in costruzione a Mosca che dovrebbe diventare il più alto in Europa e riporta a questo link che porta nel link originale.
Io rispondo istintivamente: “Europa????”
E da lì si sono scatenate lezioni di geografia che mi ricordavano che Mosca è in Europa perché i confini dell’Europa ad est sono segnati dagli Urali. Buffo che il titolo del post parli di grattacielo più alto di Europa e che il pezzo originale non citi orgogliosamente quel record atteso.
Mosca sta in Europa. E’ vero. Eppure “mentalmente” (stamane ho provato a fare altri test a sorpresa) non la consideriamo Europa. Ora se avessimo parlato di fiumi e montagne nel territorio russo si restava nell’ambito della geografia e non avrei avuto quella reazione.
Ma parlare di un grattacielo e quindi di un’opera artificiale attuale, ha scatenato in me una sorta di protezionismo mentale forse anche figlio di quanto sta accadendo in queste settimane a San Pietroburgo dove come molti di voi sanno i gay sono sottoposti a fortissime discriminazioni. Una decisione che appare assolutamente coerente con il regime autoritario, monarchico e prerivoluzionario di Putin che sembra essere una delle paludi politiche in cui si inabissano i popoli non ancora immuni dall’obbedienza di massa. Stalin era uno così, tanto per capirci più simile agli zar che al compianto Lenin. Quando parliamo di Europa, forse erroneamente, ci autoconfiniamo nell’Europa dell’euro. Nell’Europa dei diritti civili dove l’Italia sembra un’eccezione più dovuta alla presenza della Chiesa che ad altri fattori. Nell’Europa insomma dove uno come Buttiglione appare un non gradito cimelio medioevale e dove la Grecia balcanica pur nella sua incapacità di somigliare a se stessa, conserva le radici del pensiero europeo come Bruno Snell (illustre filologo tedesco morto nel 1986) ci ricorda nel bellissimo libro “la cultura greca e le origini del pensiero europeo”, lettura che consiglio a tutti, anche agli europeisti 2.0 fondati sullo spread.
Insomma Mosca sta in Europa, ma anche no. O forse ci sta e basta e dobbiamo farci i conti. Qualcuno stamattina con le labbra sporche di marmellata mi ha ricordato che la Russia è anche Tolstoj, Dostoevskij e tutti quelli che mi sono letta a 16 anni invece di fare l’amore come tutti i miei coetanei. Mi ha ricordato persino che la nobiltà russa parlava francese.
Una giovane russa che conosco è di Mosca ed ha la famiglia lì. Ne parliamo spesso. Qualche giorno fa mi ha detto che se avesse votato avrebbe votato Putin. Le prime due cose che mi ha citato sono i libri gratis ai bambini nelle scuole. Ma poi mi ha raccontato la Russia. Tutto il resto. Metodi del KGB compresi. Quando le ho chiesto perché non aveva votato all’Ambasciata mi ha risposto che non le andava. Insomma un incastro maledetto tra la rassegnazione e la consapevolezza.
Insomma Mosca sta in Europa. Ora lo ricordo con terrore, come un risveglio. E mi chiedo…ma quelli che sanno che un pezzo di Russia è Europa…perché non sono saltati aria per le leggi omofobe di San Pietroburgo? Pisapia, sindaco di Milano, perché non toglie immediatamente il gemellaggio della sua città con quella città europea? Mosca sta in Europa lo sanno tutti, forse, ma nessuno se lo ricorda e nessuno ci vuol far molto caso se non per motivi geografici.
p.s. ironia della sorte da qualche settimana seguo questo blog che scrive di Europa Orientale. Dimenticarmi che Mosca era in Europa in questi giorni è una palese sindrome da struzzo. Ringraziamo Il Post per avermelo ricordato.