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Se non legge avrà altro da fare.

Creato il 04 novembre 2013 da Camphora @StarbooksIt

Statemi lontani, ché oggi è la giornata buona per tirarvi in testa tutte le tazzine da caffè, le bottiglie di rum e pure la macchina per l’espresso.
No, non perché è lunedì, anche se aiuta parecchio.
È che ieri ho letto questo coacervo di luoghi comuni di una banalità incredibile.
Insomma, io amo i libri, mi piacciono proprio tanto, ne leggo meno di quelli che vorrei, mi sento pure in colpa perché ho troppe cose da fare e di questi tempi mi addormento davanti al kindle.
Però la colpevolizzazione dell’individuo che non legge, no.
Sarà che ho passato la vita a sentirmi insultare, perché leggevo, perché ero la secchiona, perché c’è di meglio da fare e i libri che noia, ma quando sento qualcuno che vuole imporre il modo migliore per trascorrere il tempo libero, pure che sia leggendo un libro, comincio a cercare il machete.
Ve lo dico una volta per tutte.
Se la gente non ama leggere, non sono affari vostri.
Può darsi che le piaccia fare qualcos’altro; che non abbia tempo materiale per riuscire a mettersi seduta con la predisposizione adatta a leggere un libro; che non abbia i soldi per comprarlo, e che la sua biblioteca sia lontana da casa, e non sempre ti puoi permettere di passare sui mezzi un pomeriggio per andare in biblioteca.
Può darsi, sul serio, che i libri le facciano due coglioni così.
Succede. Capita. Io amo il cinema. Se mi parlate di 2001: Odissea nello spazio rischiate che vi prenda a ceffoni.
Sì, va bene, l’ho visto. Ma avrei potuto fermarmi al primo quarto d’ora e dirvi la stessa identica cosa, che mi ha fatto due palle così.
E sentite un po’: ne avrei avuto il diritto. Voi potete pensare che sono ignorante e non capisco nulla, è anche quello un vostro diritto.
Quello che non potete fare è venire a stabilire cosa mi deve piacere, e cosa devo fare nella vita perché sia degna di essere vissuta.
E non potete nemmeno andare a stabilire che la gente che non legge non ha scuse abbastanza credibili per evitare di aprire tomi.
Perché, repetita juvant, non sono fatti vostri.
Non avete nemmeno la scusa della presunta superiorità di chi legge. Posso farvi un esempio su tutti, a dimostrazione che leggere non ti rende una persona migliore. Marcello Dell’Utri ha una biblioteca, a Milano. Ne sa a pacchi, indubbiamente più di voi che pretendereste di insegnare qualcosa a chi non legge da quando ha lasciato da parte i Promessi Sposi.
Non ho bisogno di spiegarvi perché Dell’Utri è la grande negazione della vostra tesi, ve’?
Oh, a proposito dei Promessi Sposi. Volete farci pace? Perché si capisce lontano un miglio che il problema con i Promessi Sposi non è di quelli che hanno smesso di leggere dopo averli incontrati. Ma è vostro. Perché è a voi che non sono piaciuti, i Promessi Sposi. E lo rimarcate ogni volta che discutete di libri e di letteratura.
Siete capaci di dire che Manzoni non sapeva scrivere. Che era palloso. Che non era colloquiale.
Vi svelo un segreto. Manzoni scriveva quello che era adatto ai suoi tempi. E ve ne svelo un altro. La pagina della morte di Cecilia è uno dei passi più belli di tutta la letteratura mondiale.
Provateci voi a scrivere una cosa così delicata che ti fa piangere ogni volta che la rileggi, pure che la sai a memoria.
Non siete in grado. Non avete una pallida idea di come si costruisca un’immagine bella come quel corpo composto per l’ultimo viaggio.
Quindi fate una cortesia. Prendetevi i luoghi comuni sul perché in Italia non si legge, le idee sui passatempi migliori e le disquisizioni sul linguaggio colloquiale, portatevele dove vi pare e lasciate chi legge, chi non legge e chi scrive a fare quello che gli riesce meglio.
E se avete questo istinto di insegnare qualcosa, prendetevi un cane e insegnategli a riportare un bastone. Ma auguratevi che non vi capiti Snoopy, altrimenti saranno affari vostri.
E adesso levatevi dalle scatole che mi aspettano dei clienti seri bisognosi di caffè e di chiacchiere sensate.

Se non legge avrà altro da fare.

About Giuliana Dea

Sono un'ex sceneggiatrice ed ex aspirante pubblicatrice. Ora mi limito a scrivere per me, a tempo indeterminato (l'unica cosa indeterminata nella mia vita, perché per il mio lavoro vero ci ho rinunciato da un pezzo). Ho un romanzo mai pubblicato nel cassetto. Se mi cercate, potete provare all'Ufficio Reclami (il mio blog).


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