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Se non ora quando? Ma fatemi il piacere, come si fa a manifestare per queste stupidaggini?

Creato il 17 febbraio 2011 da Corradopenna
Se non ora quando? Ma fatemi il piacere, come si fa a manifestare per queste stupidaggini? Difficile immaginare tempi più assurdi, ridicoli, e al contempo pericolosi di questi. Un premier che ne ha combinate di cotte e di crude, assolto per reati seri per proscrizione dei termini, viene indagato e processato a tempo di record per un presunto reato a sfondo sessuale. Come possiamo mai pensare che un apparato statale come la magistratura, sempre pronto a tutelare gli interessi del potere (del resto ha assolto persino Andreotti) di colpo venga lasciato libero di perseguire penalmente quello che appare oggi come l'uomo più potente d'Italia? 
La stessa magistratura che non ha fatto niente quando Berlusconi ed i suoi degni compari di destra, di sinistra e di centro, hanno sostanzialmente realizzato il piano di rinascita democratico di Lico Gelli e della sua Loggia P2 (di cui, ricordiamolo, Silvio Berlusconi era membro), adesso vuole farci credere di essere onesta, imparziale e di non fermarsi di fronte a niente. Ma fatemi il piacere! In Italia sembra non sia rimasto un briciolo di legalità e di onestà e la magistratura vuole apparire onesta indagando su queste cose? 

Se non ora quando? Ma fatemi il piacere, come si fa a manifestare per queste stupidaggini?

Licio Gelli


La magistratura che è cieca di fronte al peggiore dei disastri ambientali intenzionalmente procurati, la magistratura che non ha mai processato nemmeno chi ha violato i principi costituzionali portando l'Italia a fare la guerra in Medio Oriente, adesso vorrebbe porsi a paladina della legalità perseguendo un premier per una (pretesa) storia di prostituzione? E dico pretesa non per assolvere mister Berlusconi, che ritengo capace di fare molto peggio, ma perché tutta la storia sembra una messa in scena bella e buona e suppongo anche che la famosa e formosa Ruby sia sostanzialmente un'altra brava attrice (magari persino maggiorenne, come suppone qualcuno).
Ma le masse si indignano facilmente, se i media le aizzano, e come in Egitto ed in Tunisia sembra che basti muovere qualche pedina sui mass media e su internet affinché le piazze si riempiano di persone che sgomitano, urlano, gridano di rabbia, si scontrano con la polizia e credano di lottare per la libertà e per un mondo migliore. Già in Egitto abbiamo visto che la "rivolta popolare" ha avuto come effetto quello di concentrare il potere nelle mani di una giunta militare, ed io non oso immaginare quale "democratico" governo ci possa riservare il futuro dopo una prevedibilissima caduta di Berlusconi ad opera della piazza infuriata.Ma davvero possiamo pensare che un Berlusconi, che conosce così bene i piani della cabala che comanda il pianeta, tanto da costruirsi un bunker antiatomico in Sardegna, si possa fare mettere i piedi in faccia dai magistrati? In realtà egli sembra un attore che recita la sua parte, e adesso che il copione delle élite dominanti prevede rivolte e sommosse popolari in tutto il mondo contro i vari "tiranni" nazionali, a Silvio è capitata la parte del capro espiatorio, del cattivo di turno contro cui fare scagliare la rabbia popolare; agli attori non può capitare sempe la parte del buono e dell'eroe.
Ma la rabbia popolare è cieca e facilmente manipolata, telecomandata grazie al sapient euso dei mass media, e queste rivolte hanno come effetto sicuro solo quello di generare confusione, diffondere violenza e insicurezza, aggravare la crisi economica (in Egitto ad esempio l'economia sta andando a rotali anche perché il turismo è bloccato) instaurare regimi ancora più repressivi con il pretesto della restaurazione dell'ordine e della legalità.Alla fine di tutte queste sommosse il governo occulto del pianeta vuole condurci a chiedere noi stessi quel cambio di governo e di ordinamento prima nazionale e poi sovranazionale che Loro hanno già programmato, il Nuovo Ordine Mondiale Orwelliano, con un unico governo planetario dittatoriale.
E adesso vi lascio alla lettura di questo articolo di approfondimento di Solange Manfredi


Di cosa ci dobbiamo davvero vergognare
Oltre un milione di donne ieri sono scese in piazza, e non solo donne, mobilitate per difendere i loro diritti e la loro dignità.
Che tristezza!
Sono bastate tre veline dei servizi e tre settimane di propaganda sui giornali per muovere la massa.
Mai vista una tale mobilitazione, anche per altri e ben più gravi problemi.
Non per la sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che si possono violare i diritti umani di cittadini o gruppi di cittadini e poi coprirli con il segreto di stato; non per la depenalizzazione del colpo di stato; non per aver ceduto la sovranità del popolo ad un organo sovranazionale ed autoreferenziale, ecc..
“Se non ora quando”. A questo grido le donne sono scese in piazza chiedendo le dimissioni di Berlusconi. “Offende l'Italia” si grida nelle piazze. Eh si, offende l'Italia il fatto che il Presidente del Consiglio possa essere indagato per favoreggiamento della prostituzione minorile.
L'Italia invece non si è sentita minimamente offesa dalle indagini che ipotizzavano nei suoi confronti i reati di:
corruzione giudiziaria,
finanziamento illecito ai partiti,
falso in bilancio,
corruzione,
falsa testimonianza,
appropriazione indebita,
frode fiscale,
traffico di droga,
concorso in strage (1992-1993),
concorso esterno in associazione mafiosa,
abuso d'ufficio,
concussione aggravata e minaccia....
Per questi reati no. Nessuno è sceso in piazza.
L'essere indagato per questi "reatuccci" non offendeva la dignità della nostra nazione, assolutamente no. Ma l'aver sollazzato il suo real augello con donne consenzienti, questo si, ci offende profondamente.
Non è così. La nostra dignità di donne è stata offesa, e viene offesa quotidianamente, da quelle donne, e sono tante, che litigano per poter andare alle feste di Berlusconi, che sono pronte a qualsiasi acrobazia erotica pur di poter ottenere ciò che non meritano. Berlusconi, come qualsiasi uomo potente, è assediato da donne che sperano di infilarsi nel suo letto per ottenere vantaggi e favori, non ha alcun bisogno di pagarle. Ne approfitta? Probabilmente. Potrebbe astenersi? Si. Il problema è che il presidente Berlusconi le inserisce nelle liste elettorali o a sedere sui banchi del parlamento? Abbiamo avuto, ed abbiamo, “onorevoli” ben più impresentabili, uomini con condanne definitive per reati gravissimi. Ma di più, abbiamo avuto sette volte presidente del Consiglio, otto volte ministro della difesa, cinque volte ministro degli esteri, ecc..Giulio Andreotti che una sentenza passata in giudicato ha riconosciuto reo di "concreta collaborazione" con esponenti di spicco di Cosa Nostra fino alla primavera del 1980.
Le donne che si offrono quotidianamente a Berlusconi non sono donne alla fame che devono piegarsi ai desideri del premier per poter mangiare. Non sono vittime, anzi. Ed è bene che questo sia chiaro a tutti.
Se c'è qualcuno che offende e calpesta la dignità delle donne sono proprie le donne. Noi ci siano offerte come merce, noi abbiamo fatto a gara per spogliarci sempre di più davanti a calendari, televisione, pubblicità. Noi corriamo a farci rifare le labbra a “canotto” e non certo perché siano belle, ed eleganti (non a caso quando una persona è elegante si dice: quella persona è fine). Le labbra a “canotto” hanno un solo messaggio da inviare al maschio che incontrano, e non è certo quello di trasmettergli la sensazione che da quelle labbra possano uscire discorsi colti ed intelligenti!
Ma il problema è un altro, ed è ancora più grave. Siamo noi. I problemi che abbiamo sono gravissimi ma, davanti a qualsiasi violenza o abuso (i nostri diritti costituzionali vengono calpestati dal governo e dalla comunità europea ogni giorno) restiamo immobili. Poi arriva un burattinaio che, attraverso una campagna mediatica e manipolando le nostre frustrazioni, ci fa scendere in piazza in oltre un milione non per difendere il nostro diritto lavoro, alla salute, all'istruzione, alla giustizia, ma alla dignità delle donne.
E' di questo che, davanti agli occhi del mondo, ci dobbiamo vergognare.

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