Niente di nuovo sotto il cielo, si dirà, ma la novità è che negli ultimi anni si registra una vera ossessione per l'apparenza, per l'essere cool a tutti i costi, sembra essersi impadronita dei ragazzi sull'onda dei modelli sociali proposti principalmente dai mass media. Essere additati nell’una o nell’altra categoria (perdenti o vincenti) comporta l’esser socialmente accettati o meno e quindi trascorrere un anno scolastico lontano da derisioni o indifferenza.
Ma non solo: essere considerati dei perdenti può mettere a rischio l'intera carriera scolastica, dal momento che la fiducia in se stessi e la sicurezza delle proprie potenzialità non fanno che agevolare le prove scolastica a cui si viene sottoposti nel corso degli anni.
Partendo da questo concetto alcuni ricercatori dell’Università di Chicago hanno svolto uno studio per spiegare come nel momento degli esami, a parità di capacità intellettuali, ci sia chi riesce meglio di altri.
E' stato perciò analizzato un campione di 70 ragazzi universitari impegnati in un test di matematica ai quali dopo la prova è stato prelevato un campione di saliva per vedere quanto cortisolo (l’ormone dello stress) fosse presente nel “fatidico” momento. I risultati del test hanno mostrato come tra i meno dotati il livello di stress non influisse sul risultato.
Sian Beilock, che ha coordinato il lavoro, ha quindi spiegato : “Tra quelli candidati ai voti più alti, invece, l’effetto esame metteva in luce l’idea che il ragazzo aveva di se: se era convinto di essere bravo in matematica, la pressione psicologica non faceva che potenziare i i risultati; se invece, a pari capacità, si sentiva insicuro, la tensione finiva per penalizzarlo”.
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