Forse non tutti i bipedi sanno che qui da noi, se decidi di laurearti, puoi scegliere di farti un semetre di Waterasmus. Praticamente il vostro Erasmus ma in versione umidiccia… (diciamo proprio bagnata!) In genere se scegli un qualche corso d’acqua in Italia finisci sempre per nuotare fino a Padova o a Bologna, dipende un po’ dalle facoltà e un po’ dal tipo di vita che vuoi fare. Io ho optato per Padova fondamentalmente perchè quando ripeto prima di un esame mi piace farlo dondolando in tondo e il Prato della Valle è perfetto per questa pratica. Fatto sta che ho imparato a conoscere le buffe usanze che hanno gli studenti di quella città e che non trovi altrove. Io ho provato a chiedere a un po’ di amici che sono andati altrove. Ad esempio Cannolicchio voleva specializzarsi in pasticceria e se n’è andato in Sicilia e là il giorno della laurea si son limitati a riempirgli il guscio di ricotta e frutta candita. Invece Ciano il Luccio studiava biologia marina e se n’è andato a Genova e per festeggiare la tesi l’hanno portato all’Acquario… aveva pure perso il suo badge e i responsabili pensavano fosse un loro ospite che voleva evadere… Invece a Padova c’è questa vena goliardica che t’inculcano in testa fin da piccolo. Praticamente più cresci e più diventi ripieno di nozioni e idee per scherzi. Quindi non ho capito perchè si sono meravigliati che al Nievo, il primo giorno di scuola, non si potesse entrare. Per tutte le alghe fritte in pastella che riesco a mangiare! Ma è tradizione che mettano catene al cancello e costruiscano un muro in una notte… quante storie! Se non lo fanno le matricole ci restano malissimo poi! Anzi, c’è da dire che sono ammirevoli che hanno eretto una muretta in così poco tempo: e poi dicono che i giovani d’oggi non han voglia di far nulla! Io scommetto che quelli che l’hanno fatto da piccoli giocavano con i Lego. Mica come i bimbi al giorno d’oggi: neanche più i giocattoli si vendono! Stanno tutto il tempo a digitare come pazzi in rete… E dire che da me fai di tutto per non finirci! E’ che se loro smanettano un po’ e un avversario dice “Sei fritto” non iniziano a far testamento come il calamaro… Che poi secondo me così perdon tutta l’inventiva. Metti che devi fare un viaggio. Ecco, i giovani d’oggi giocano a trova l’offerta on line e s’imbattono nei pasticci stile United che s’è messa a regalare biglietti (come non tutte le ostriche hanno la perla, così non tutti quelli che stanno al computer lo sanno usare…), quelli che invece erano bambini ieri si gonfiano 350 palloncini ad elio e svolazzano via sereni in questa nuvola di colore… Poi però se non ti accontenti di volare e vuoi andare nello spazio la storia è un po’ diversa. Prima devi scendere nelle grotte. Inizialmente non mi era chiaro questo concetto. In effetti mi son chiesta: ma se devono, che so, andare sulla luna, non conviene decollare da dove sono (magari senza portarsi dietro nessuna rana) invece di scavare fino all’altra parte del globo e partir da là? Poi Pesce Volante (che ovviamente è il nostro esperto) mi ha spiegato che vivere in una grotta è pari a vivere nella stazione spaziale. Ha detto che forse è pure più pratica la seconda. Non mi era chiaro il fatto che ci s’impieghi meno tempo però a scendere dallo spazio (ma sarà che quando io sto con la testa tra le nuvole faccio proprio fatica a tuffarmi nella realtà poi) che non a risalire dalla grotta. Era proprio oltre la mia comprensione. Però alla fine Svolazzolo mi ha detto: hai presente quanto c’ha messo l’economia italiana a precipitare e quante maree serviranno per risalire? E là ho capito… e m’è venuta voglia di giocare. Almeno che per la fantasia non ci sia recessione!
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