Un anonimo lettore firmatosi "GNR" (in onore di genetica, nanotecnologie e robotica ) mi ha inviato, e io piu' che volentieri pubblico, una "breve riflessione su un'esistenza intrinsecamente imperfetta e sulle promesse del futuro per cambiare lo stato attuale delle cose grazie alla tecnologia."
Che senso ha vivere la vita così come è oggi? Ha ragione Schopenhauer quando dice che è un pendolo oscillante tra dolore e noia, con fugaci intervalli di felicità? Fondamentalmente sì.
Intendiamoci, la vita ha i suoi momenti. E' meravigliosa in talune circostanze, ma proprio perché queste non sono abbastanza come numero, o non lo sono abbastanza in intensità, urge fare qualcosa per cambiare drasticamente la situazione.
L'esistenza è "sbagliata" così com'è: siamo venuti fuori da un vorticoso processo in cui fisica, chimica e biologia hanno al fine dato origine alla nostra bella macchina pensante ed autocosciente, il cervello, ma non è che il possederlo ci abbia dato grandi felicità.
Non possiamo certo dedicare la nostra vita completamente al piacere o a cose dilettevoli, no, la nostra debole e fragile natura biologica ci impone di procacciarci il cibo (oggi è diventato andare a lavoro) e puntare, in primis, miseramente alla sopravvivenza. Solo dopo si potrà spendere del tempo, poco in verità, in ciò che realmente ci fa stare bene.
C'è di più. La consapevolezza del sè ci ha anche permesso di fare una considerazione poco simpatica, e cioé che moriremo. Detta così, a qualcuno può sembrare poca roba, ma pensiamoci bene: morire significa che cesseremo di avere qualunque rapporto e relazione non solo con le persone e i nostri cari, ma con l'intera esistenza, con la Natura. O si crede nel trascendente (e personalmente, ho smesso da tempo di farlo), oppure ci si rassegna all'oblio.
Dunque, tiriamo un attimo le somme: per la nostra intrinseca natura, ci tocca vivere una vita in cui lo scopo principale è sopravvivere, il ché comporta una miriade di tempo perso in attività che non ci apportano nessun tipo di piacere; non solo, ma ci tocca pure terminarla questa vita, e anche piuttosto brevemente, neanche una decina di decenni. Dei quali davvero pochi trascorrono con il nostro involucro, il corpo, in condizioni eccellenti, poiché via via esso si deteriora fino ad essere un'insulsa accozzaglia di tessuti vecchi e stanchi.
Detta così, sarebbe stato meglio non essere nati.
Ma visto che nati lo siamo, e che certamente non si torna indietro, c'è bisogno di una risposta concreta a questa esistenza sbagliata.
Ribadisco che io lascio perdere la religione o la spiritualità in generale: chi crede in quelle cose, vi faccia pure affidamento.
Personalmente, come molti credo, ho bisogno di risposte pratiche, che possono derivarci solo e soltanto da noi stessi, intesi come uomo, come razza umana.
Viviamo un momento cruciale della Storia; anche se alcuni non sono d'accordo, ci sono delle buone possibilità che questo sia il secolo della svolta. Siamo infatti la prima generazione (io ho 22 anni, ma parlo anche ai più anziani, che potranno usufruire dei cosiddetti "ponti", per citare Kurzweil) che può vedere una luce in fondo a questo tunnel desolante che è l'esistenza così com'è strutturata adesso. Che hanno l'opportunità di evitare la Fine, cosa impensabile per gli uomini del passato anche recente, i quali potevano solo e soltanto fare buon viso a cattivo gioco e rintanarsi nell'idea di Dio, di Paradiso, di vita ultraterrena, di sopravvivenza dell'anima ecc..
Noi le risposte le abbiamo qui, sono tangibili, potrebbe non mancare molto.
Inoltre, un'esistenza di quel tipo risolverebbe anche il secondo problema (il primo, è quasi inutile ripeterlo, è appunto quello della fine della vita in sè): il fatto che attualmente non possiamo dedicare ogni singolo istante della nostra esistenza a qualcosa che ci procuri beatitudine e godimento. E' proprio così che dovrebbe essere, dovremmo poter essere come degli dei, avere il totale controllo sul destino della nostra vita e sul mondo che ci circonda, poterlo plasmare, poter strutturare il nostro Universo e ciò che contiene a nostro piacimento; esattamente come se fossimo noi Dio.
Col mind-uploading, questo potrebbe diventare realtà, la vita stessa potrebbe trasformarsi in una situazione edonistica senza fine, dove semplicemente si può decidere che qualcosa (di bello) accada, ed essa accade. Detto altrimenti, un Paradiso, un mondo perfetto.
Può esserci la questione che individui diversi potrebbero avere idee diverse su come sia un mondo perfetto. Ok, no problem: coloro che hanno una visione simile e ben precisa di cosa sia un mondo perfetto si faranno uploadare separatamente in un "proprio" universo, anche se la qual cosa volesse dire, in estremo, l'upload di un unico individuo in un singolo universo.
Perché la felicità deve essere lo scopo; non è una visione semplicistica, non ci si deve far contagiare dal pensiero che la vita è anche dolore e dovere, tale visione è distorta, soltanto il piacere e la felicità possono costituire un obiettivo, e il fatto che ciascuno di noi possa dare risposte diverse è, come detto poco sopra, facilmente arginabile.
La vita così com'è oggi non basta più, è dannatamente così peggiore di come realmente potrebbe/dovrebbe essere che è un imperativo usare tutti i nostri sforzi affinché la tecnologia ci regali il Paradiso.
GNR
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