di Rina Brundu. Aldo Grasso sul suo “Televisioni” liquida l’argomento con un “Maria arriva ovunque”. Conciso dice tutto. La “Repubblica” che fu di Eugenio Scalfari è invece prolissa. In un articolo a firma Silvia Fumarola e titolato “Lo scrittore ospite della prima puntata di Maria De Filippi su Canale 5 che andrà in onda sabato. Parla di emigrazione e risponde ai critici” (confermo che è il titolo non l’articolo e confermo che la cosa mi secca dato che pensavo di avere l’esclusiva sui titoli fastidiosamente lunghi del giornalismo online), il quotidiano la prende larga: senza mai rendere il dovuto omaggio alla padrona di casa, esplicita mille e una ragione per cui non ci si dovrebbe “scandalizzare” dell’ospitata di Roberto Saviano durante la prima puntata serale di “Amici di Maria De Filippi” sabato prossimo.
Che poi non si capisce neppure chi dovrebbe scandalizzarsi a parte la redazione del quotidiano scalfariano. Sono gli incerti del mestiere che si danno la zappa sui piedi quando costruiscono miti impossibili che non hanno ragione di essere tali ma vengono comunque forzati dentro categorie radical-chic che passate al settaccio neuronale in un qualsiasi ufficio della Silicon Valley garantirebbero scherno sicuro, smarty pants! Un modo come un altro per dire che a dispetto delle obsolete perifrasi, delle datate circonlocuzioni circospette usate dalla giornalista di “Repubblica”, io non vedo nessuno scontro titanico going-on: Maria è una brava conduttrice e Saviano è un bravo giornalista, nulla più. L’essere da anni sotto scorta, ma soprattutto le sue reiterate denunce contro il malaffare, qualificano senz’altro quest’ultimo come una valida voce pubblica da ascoltarsi, ma non gli consegnano nessuna patente intellettualmente nobilitante. Tale da potergli consentire di arroccarsi nell’eremo in cima alla montagna, alla maniera di un Nikola Tesla (sui-generis) annoiato dal popolino tardo-di-comprendonio dei nostri tempi.
Francamente, non penso neppure che Saviano voglia comportarsi così, almeno non è questo il messaggio che pare mandare il personaggio, di norma molto garbato, pacato. Mai esagerato. Un altro caso dunque di fuffa-giornalistica? Di mala-panna montata ad arte per creare la notizia laddove la notizia non c’é? Nulla da stupirsi che così sia. Del resto, questo giornalismo tradizionale agiografico, che non sa più pungere la politica e dunque punge dove può, non andrà “quietly into the night”, occorrerà spingercelo con una data forza, non ci sono dubbi. Un esempio? Il supposto baillame sollevato dalla domanda definita “scomoda” di Lilli Gruber (Otto e mezzo, La7) a Francesca Campana moglie dell’imprenditore Marco Carrai, amico di Renzi: “A lei piace la politica?”. I colleghi erano tutti talmente concentrati nell’elogiare la “capacità pungente” della Gruber che hanno completamente ignorato la risposta. Di fatto la Campana ha risposto che ama la “politica culturale”. Non so se la signora fosse in vena di irriverenti statement ossimorici ma vivaddio chissà che darei per sentire dalla sua viva voce la perfetta definizione logica di codesta “politica culturale”, dopo potrei andare anche io “quietly into the night”. Del resto scomparire con Scalfari non mi dispiacerebbe, mi sarebbe potuta andare peggio! Sigh!
Featured image, il bravo Roberto Saviano, fonte Wikipedia in English, author Piero Tasso.