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Se sarinski non va alla fashion week, la fashion week va da sarinski
Creato il 28 febbraio 2011 da SarinskiA quelli tra voi che sono rimasti anche dopo questa terribile verità, vorrei dire che Habemus cordless! E lo Habemus bianco!
Questa, che sulle prime potrebbe sembrare una notizia di assoluta irrilevanza, è in realtà una contingenza molto importante per la vita di Sarinski; non solo perché adesso quando telefono mi sento Donna Martin, ma anche perché mi spavento ogni volta che con la coda del Sarinski-occhio catturo di sfuggita l'immagine della sua base bianca. Che paura. Peggio di quello strumento demoniaco del Glade Soffi.
Se, anche dopo le prime, continua a sembrarvi una notizia d’irrimediabile ininfluenza, probabilmente è così, infatti, era una prova per scremarvi, perché il ragionamento da qui in avanti si farà complesso e solo i pochi eletti tra voi che riusciranno a figurarsi perché un cordless bianco gigante mi ricordi Donna Martin potranno continuare con me a disquisire sulla Settimana della Moda. Agli altri consiglio di porre subitanea fine alle proprie sofferenze.
Infatti, un'altra cosa che dovete assolutamente sapere è che non dovete fare domande all'universo, perché l'universo vi risponderà. Avevo chiesto che la Fashion Week mi fosse spiegata, e il Karma, puntuale come le mestruazioni a capodanno, come l'autobus quando ti sei acceso una sigaretta, come la pioggia quando ti fai la piega, come l'aspetto brutalizzato che hai quando incontri per caso il tuo più crudele avversario, come la cacca dopo il caffè, mi ha risposto conducendomi a ulteriori e più approfondite riflessioni e anche ad altri e più tragici esiti, ma anche a formidabili certezze.
Ieri, nel giorno del Signore IV della Settimana della Moda, capita che a Milano abbia un appuntamento con Giulia di Rock and Fiocc per conoscerci finalmente di persona; Giulia è una che dovreste seguire sul serio, ha una passione sana e forte per la moda, una figura alta e snella, capelli dai molti riflessi, passo e mente veloci ed è la persona migliore con cui mi potesse capitare di riavvicinarmi, pur non volendolo, alla Settimana della Moda, perché Giulia sa TUTTO sulla moda. Giulia è onnisciente.
Mentre procedevamo nel nostro percorso, lasciandoci alle spalle le Colonne di San Lorenzo per raggiungere la mostra di Pino Grasso a Palazzo Marino, a cagione del numero impressionante e in costante crescita di individui minus habens conciati come gattari pazzi, ho compreso, con sgomento e raccapriccio, che ci dirigevamo a rotta di collo a incrociare inesorabilmente il luogo in cui ogni male ha nascita, puntando dritte verso la base strategica dell'Impero del Terrore: il temibile tendone di Piazza del Duomo allestito per la Settimana della Moda.
L'appuntamento col destino ha voluto che proprio in quegli istanti i presenti alla sfilata di Frankie Morello si stessero riversando sul sagrato per iniziare un carosello di foto e ci siamo fermate per due fatali secondi di troppo a osservare gli astanti. Questi fotografavano qualsiasi cosa. Qualsiasi persona. I piccioni, le cacche dei piccioni, i cani, le cacche dei cani, gli altri che fotografano altri, le colonne, il carabiniere a cavallo, la cacca del cavallo del carabiniere, il venditore di rose - non avrei difficoltà a credere che fotograferebbero anche la cacca del venditore di rose se ne avessero occasione - e persino me. ME. I Giapponesi sono solo degli sciocchi esordienti a confronto.
Infatti, se avete percepito con chiarezza il tonfo sordo della morte sul vostro cuore guardando quella foto sul blog di Chiara timidezza Ferragni in cui lei appare circondata da fotografi, io sono qui per svelarvi cosa accade realmente. Ho osservato la dinamica con attenzione, funziona così: voi, stronzi qualunque, vi mettete all'uscita di una sfilata e vi fate i cazzi vostri, parlate con qualche persona, fumate un paio di sigarette, nel mio caso vorreste pure un po' scappare. Improvvisamente, uno vi chiederà se può scattarvi una foto, non vorrete sembrare scortesi e ingenui come siete vi metterete in posa con aria tirata, che non è che volete stare una merda sulle foto di sconosciuti e, in quei drammatici istanti, al fotografo se ne avvicinerà un altro, poi un altro ancora, poi uno si metterà in ginocchio per prendervi meglio, poi di corsa dal fondo ne arriverà un altro e ancora un altro, si formerà un capannello di fotografi intorno a voi e tutti vi guarderanno e voi, a seconda del vostro ego, vi sentirete un coglione smisurato, tipo me, oppure ci crederete tantissimo, dipende dalla vostra personale autostima. Può anche accadere che vi fotografino senza chiedere e senza nemmeno che voi ve ne accorgiate. Così come erano venuti, improvvisamente spariranno e dirotteranno la loro attenzione sul prossimo sfortunato. L'evoluzione dei fatti, così come sono stati narrati, può accadere più volte.
E, certamente, capisco che i fotografi possano essere stati attratti dalla MIA travolgente beltà - ca va sans dire, CHI non lo sarebbe? - ma questa cosa capita proprio a tutti. Basta mettersi lì fuori e aspettare.
Potrebbe diventare una vera e propria professione: risparmierete per sei mesi e vi comprerete della roba molto colorata - il nero è BANDITO - vi metterete dei sandali con le calze, acquisterete la borsa di stagione e inizierete a passeggiare lì fuori; prima che ve ne rendiate conto, senza essere un cazzo di nessuno, BINGO! Diventerete delle icone di stile e la vostra faccia spaventata sarà su tutti i fashion blogs di quest’orbe terracqueo! Prodigioso!
Io mi sono sottratta a questo destino, ma se voi solo lo voleste, avreste un lavoro in mano! Ma, dal momento che con ogni probabilità sarò comunque con gli occhi storti su qualche blog dell'Indocina, ho pensato di mostrare subito a voi il meglio che la brava Marianna di Lady Marian, che ho piacevolmente incontrato lì per caso, è riuscita a fare con la mia faccia.
Questa sono io.
Nooo, è che la travolgente beltà non si nota subito... E' che la mia è una bellezza un po' riservata...
Avevo il ciclo.
Il nero non mi dona.
Non sono fotogenica.Avevo la parte sinistra del viso bloccata da un colpo apoplettico ma sono andata avanti lo stesso.
E non è che debba fare la modella comunque eh! Sarete belli voi!
Più tardi, lasciato senza rimpianti il luogo dell'orrore, Giulia, una delle due Shampe di Shampalove che ne sa un casino pure lei (Ciao Flo! Che bello incontrarti!) ed io ci siamo dirette verso una presentazione al numero di 10 di Corso Como, già luogo di sconfitte per la vostra beniamina. Difatti, ricordo con molta pena il giorno in cui ci ho dovuto lavorare come hostess e in cui mi è stato intimato di struccarmi perché portatrice sana di ombretto verde; a parte che l'ombretto non era verde, cara la mia assistente personale di non so più quale brand per vippari derelitti di quart'ordine, probabilmente Monella Vagabonda, ma era anche l'ombretto della collezione invernale di Chanel, ma cosa lo spiego a te! Scusate, volevo dirlo da anni.
Superato il ricordo doloroso, sono entrata e da ieri m’interrogo su quale fosse, esattamente, il significato della presentazione. Ricordo dei vaghi cocomeri pelosi, che mi facevano pensare a dei testicoli stilizzati, proiettati su uno schermo e che dovevano essere osservati con speciali occhiali 3D; credo di aver pensato un elegante: "Sarcazzo" e di aver continuato a camminare.
Corso Como 10 è un posto perfetto per sentirsi poveri, se per caso un giorno siete un po' su di giri perché avete duecento eurini in tasca, provate a entrare lì dentro, cari proletari del mio cuore. Gioielli di Margiela, chiodi di Burberry, borse di Céline... cardigan da seicentoquaranta euri...
Il momento topico è stato quando, al piano superiore, nella libreria piena di volumi meravigliosi, ho detto, mentre ne sollevavo uno: "Io li comprerei tutti... " guardo il libro "... beh tranne questo" ho esclamato rendendomi conto di averne in mano uno della Franchina Sozzani e mentre già lo scagliavo il più lontano possibile dalla mia persona, leggevo contemporaneamente sulla targa della libreria "Carla Sozzani".
Ah molto bene, e così Carla Sozzani, l'elfo in seconda, possiede ANCHE il chiodo dei MIEI sogni oltre a tutti questi libri eh? Eh? EH? Che depressione. Che disagio.
Alla fine del giorno del giudizio, stanca come se avessi attraversato il Canada a piedi, sono giunta a importanti conclusioni sul mio futuro:
- il mio corpo si sta decomponendo senza avermi mandato un previo avviso scritto, e questo non è stato per nulla gentile da parte sua, perché per aver camminato per qualche isolato oggi avevo delle brand new smagliature bianche sulle cosce e un dolore al nervo sciatico che gli ottuagenari me lo invidiano
- alla prossima settimana della moda erigerò delle barricate intorno alla mia abitazione e mi sentirò autorizzata a sparare a vista
- ho bisogno di un nuovo correttore per le occhiaie
- in alternativa, le mie abilità con il timbro clone dovranno migliorare esponenzialmente
- ho bisogno di un taglio di capelli
- ho bisogno di un chiodo di Burberry, me lo merito
- per nessuna ragione vorrò giammai lavorare nel mondo della moda e la mia cotta per il cashmere resterà solo un amore non corrisposto
- io voglio scrivere, ora mi è chiaro
-S
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