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Se sforiamo i vincoli di bilancio cosa fa la Merkel, ci dichiara guerra?

Creato il 18 novembre 2014 da Freeskipper
Se sforiamo i vincoli di bilancio cosa fa la Merkel, ci dichiara guerra?di Gerardo Lisco. Di fronte a un’Italia devastata dall’acqua dei temporali molti amministratori locali hanno dichiarato di voler sforare il Patto di stabilità per utilizzare i fondi che hanno in bilancio, ma che non possono utilizzare a causa del “Patto”, per far fronte ai disastri ambientali e umani di questi mesi.Il degrado del territorio e l’incuria sono sotto gli occhi di tutti. Un tempo lungo le strade Provinciali, solo per fare un esempio, c’erano i cantonieri, operai addetti alla manutenzione ordinaria delle strade. Lavoratori che si occupavano di tratte di strade sistemando scarpate e cunette. Oggi questa figura di lavoratore non esiste più. Tutto è stato appaltato a ditte esterne. Questo è uno dei tanti esempi di privatizzazione dell’interesse pubblico e del bene comune, in questo caso il territorio e del conseguente degrado . Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi anche al G 20, tenuto in Australia, ha dichiarato che l’UE deve “cambiare verso” nel senso che le politiche di austerità devono cessare. I media nostrani, pur con le dovute eccezioni, hanno sostenuto che Renzi ha avuto il sostegno di Obama e quindi ne è uscito vincitore. Addirittura Juncker avrebbe dato precise garanzie a Renzi circa il pacchetto di 300 miliardi di investimenti pronto entro il 2014. Salvo omettere che comunque oltre a non essere ancora risorse finanziarie certe sono vincolate agli accordi in materia di bilancio. Ormai i media di regime non sanno più cosa inventare. La verità è solo una e cioè che al di là dei proclami la Merkel, dopo aver posizionato nei posti chiave dell’UE tecnocrati fedeli a lei e agli interessi che rappresenta, continuerà ad imporre politiche di austerità. Ne va dell’egemonia tedesca sull’Europa Continentale. Dall’ascesa al governo Renzi ha continuato a ripetere che l’Europa deve cambiare verso. A partire dal documento con il quale ha ufficializzato il semestre di Presidenza italiana di fatto ha smentito con gli atti di governo prodotti tutte le dichiarazioni che ha fatto. Ultima smentita, in ordine di tempo, è la Legge di stabilità. Doveva essere una manovra espansiva, finanziata per 1/3 in deficit nell’ambito dei parametri fissati dai vincoli di bilancio. Sciocchezze! Come ha evidenziato Giorgio La Malfa in un articolo su il Mattino del 16 novembre c.a. "L’Italia deve decidere dunque, nella sua autonomia, che cosa intende fare. Il punto è che le misure per stimolare la ripresa della nostra economia sono incompatibili con il rispetto dei parametri di Maastricht. O si decide di violarli, contando che la ripresa porterà con sé maggiori entrate fiscali che consentiranno successivamente di rispettare i parametri; o ci si piega ad essi, accettando il prolungarsi e forse l’aggravarsi della crisi". Su Affari e Finanza del 17 novembre c.a. ha scritto De Ioanna "L’Europa è ferma. Come si ritrova la via perduta?". La Germania e alcuni politici ed economisti nostrani ci dicono che dobbiamo prepararci ad ulteriori sacrifici indicandoci l’esempio della Grecia, della Spagna e del Portogallo "basta saper attendere… per alcune generazioni. Non sono barzellette macabre, ma il leit motiv che domina il discorso pubblico italiano". Degli 11 miliardi della Legge Finanziaria che dovevano servire a finanziare la crescita è rimasto ben poco e non è da escludere che per fine anno ci toccherà una manovra correttiva che azzererà il poco rimasto. Gli indizi quando sono più di uno diventano prova e il Commissario all’Economia Katainen ci ha imposto di rispettare i vincoli di bilancio previsti per il 2015. Altro che flessibilità nel rispetto del rapporto deficit/PIL . Come dimostrano le controriforme che a colpi di fiducia "il bullo fiorentino" impone al Paese la classe politica nostrana non ha più nessuna autonomia decisionale, può solo ratificare ciò che la Germania ci impone per mezzo dei sui tecnocrati messi nei posti chiave dell’UE. A questo punto se la preoccupazione della classe politica italiana è che la Merkel ci dichiari guerra è fuori strada, non ha ancora capito che la guerra l’ha già vinta.

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