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“Se una notte d’inverno un viaggiatore” – Italo Calvino

Creato il 07 agosto 2011 da Temperamente

“Se una notte d’inverno un viaggiatore” – Italo CalvinoLa prima cosa che mi è saltata all’occhio (e alla mente) nel corso della lettura di Se una notte d’inverno un viaggiatore è quanto Calvino si sia divertito a giocare con i pronomi soggetto. Un insolito tu nella cornice, quando si rivolge al protagonista del romanzo, il Lettore; e, insieme al tu, lei, usato per introdurre il personaggio femminile, la vorace LettriceIo, invece, è il pronome soggetto di tutti gli incipit (undici) che costituiscono la polpa del romanzo, quasi a voler sopperire alla mancanza dell’io calviniano nella trama.  Mancanza. Sicuro? Io ho letto costantemente la firma di Italo Calvino fra le righe.

Che Calvino sia un grande non smetterò mai di ripeterlo. Questo metaromanzo così inusuale, ma reso eccezionalmente cristallino dal suo stile classico e inconfondibile, sancisce l’originalità di uno dei “nostri”scrittori-che-più-scrittori-non-si-può del Novecento. Pardon, quando si parla di Calvino difficilmente riesco a trattenere il mio impulso all’elogio; ma essendo questo un luogo di analisi del romanzo e non di encomio del romanziere, prometto di concentrarmi (soprattutto) sull’opera.

E quindi, dicevo, quando si comincia Se una notte d’inverno un viaggiatore si viene subito chiamati in causa in qualità di lettori: è a noi, difatti, che si rivolge Calvino. Il tu del protagonista-Lettore è un tu che prepotentemente ti afferra e ti trascina in un mondo di carta e parole e quasi ti mette in soggezione (non nego che, leggendo gli iniziali suggerimenti calviniani sulla posizione più adatta alla lettura, sulla chiusura nei confronti del mondo e sulla concentrazione sul libro e nient’altro, sono stata indotta a farmi qualche domanda sulle mie – del mio corpo – abitudini di lettura). Saldamente afferrata a questo tu, ho letto la storia di un Lettore e una Lettrice (che sarei potuta essere io o tu che leggi queste parole): il loro incontro casuale in libreria, la strana vicenda degli incipit e l’impossibilità di continuare la lettura, via via fino al lieto fine. Ma cos’è Se una notte d’inverno un viaggiatore, se non un continuo ragionare sulla lettura stessa nascosto dietro la parvenza della classica storia d’amore?
Calvino ha pensato a tutti: al lettore più forte, quello che non si accontenta mai e vuol fare sempre nuove biblio-esperienze, quello che leggerà finché avrà la vista e, quando l’avrà persa, comprerà gli audio-libri o pagherà qualcuno perché gli venga letto un altro romanzo e un altro ancora, dandogli modo di trarre le sue conclusioni sulle riflessioni proposte; al lettore più debole, quello che legge per caso, senza un vero interesse, quello che non ha mai scoperto il piacere della lettura e magari legge solo per poter dire agli altri: Io ho letto!, facendogli godere la bella storia del tu e del lei, del Lettore e della Lettrice.

Ad ogni modo, Se una notte d’inverno un viaggiatore è un dilettevole viaggio nei profondi abissi della lettura che chiunque sfogli periodicamente un libro prima o poi deve affrontare.

Angela Liuzzi

Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Oscar Mondadori, 9,50 euro


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