Chiudere per eccesso di successo. Sembra un paradosso ma non lo è per niente e cercherò, di seguito, di spiegare il perché.
Il blog del sottoscritto Ugo Giuseppe Agati e del Sindacato Dipendenti Ast di cui (almeno momentaneamente) detengo la rappresentatività quale Segretario Generale è indubbiamente un blog di successo in quanto dichiarato affidabile ed interessante da Tiscali, seguito su internet (43000 contatti con punte di 260 al giorno), pur rivolto ad una ristretta cerchia di utenti (il migliaio di dipendenti Ast che, esclusi coloro che sono “sciarriati” con il pc si collegano quasi interamente giornalmente con il blog stesso), avrebbe, in sostanza motivi sufficienti per continuare ad esistere e a rafforzarsi ulteriormente. E invece, poiché il blog non si è posto l’unico obiettivo di incrementare la propria base d’utenza (mica è un organo di stampa che tende ad aumentare il numero dei lettori) ma piuttosto essere uno strumento informativo del Sindacato Sidast, volto ad aprire gli occhi al popolo dell’Ast su quello che avviene all’Ast, per stimolare un dibattito fra gli operatori della Società che sì, c’è stato, ma (ai miei occhi) assolutamente asfittico ed insufficiente tanto da indurmi, ogni tanto (è successo negli ultimi giorni, ad esempio) ad attraversare pause di riflessione e di stanchezza che mi inducono ad ipotizzare la CHIUSURA dello stesso, a breve, a meno che non arrivino segnali d’interesse e di incoraggiamento che mi convincano dell’utilità dell’esistenza di tale formidabile strumento comunicativo posto, fra l’altro, gratuitamente a disposizione da un provider qual’ è Tiscali. Insistere nella comunicazione in direzione di Gente scoglionata, piena di paura, stanca, rassegnata, dubbiosa, ricattata, non serve a nulla. Se i circa 150 amici dell’Ast che si sono aggregati su Facebook non si decidono a “saltare il fosso” lasciando soli i Sindacati aziendali che operano presso l’Ast andando a rafforzare, attraverso la firma della delega, il mio Sindacato impegnato a decapitare i vertici dell’Ast e ad evitare la privatizzazione della Società oltre che a rendere “normale” un’Azienda che mai lo è stata, significa che il mio lavoro, il mio impegno personale non è servito a nulla e che, quindi, come mi ha insegnato mio Nonno, non vale la pena insistere su qualcosa di sbagliato….
Riporto il giudizio di un amico, che, ve lo giuro, non ho pagato per questo:
“ E’ proprio vero che hai aperto gli occhi a tutti noi, popolo dell’Ast. Se non ci fossi stato tu, avremmo barcollato nel buio, nell’oscurantismo medioevale. Il tuo giornalismo d’inchiesta pressante, incessante, è un grande insegnamento. La tua opera moralizzatrice, sta cercando di edificare la coscienza collettiva del vero corporativismo degli uomini lavoratori dell’AST, i tuoi articoli sono una vera e propria rivoluzione copernicana”…..
E, ancora, :
“Lo so, Ugo, quali sono i sentimenti e i pensieri che affollano la tua mente. Ricordo alcune delle tue proposizioni in degli articoli di inizio anno “….Siccome il nostro è un Sindacato e non un’Accademia Letteraria, auspichiamo che nei prossimi mesi si passi, tutti insieme, dalle parole …. ai fatti !”
Per finire il ragionamento, prego tutti i miei contatti di seguirmi ancora per un po’, perché da oggi in avanti, da soft il blog diventerà hard: una specie di finale di fuochi d’artificio con botti che, se non saranno avvertiti dai miei contatti vorrà dire che la Società MAICO avrà un boom in Borsa….