Se Zeman uccide Zeman

Da Francesco74
Dalla “a” di “A” alla zeta di “Zeman” è tutto un abbecedario di emozioni, sospiri, sbrillucichio d’occhi lungo 20 anni. Una miscela potente, capace di stordire. La memoria fa selezione e getta nell’indifferenziata l’epilogo di quei giorni. C’è spazio solo per le insegne luminose e i fuochi d’artificio: lo Zaccheria strapieno e “mi diverto sooooolo seeeee”, l’Inter che trema, la Juve che soccombe, Firenze che applaude. E Frengo? Frengo canta, sballa e “recchie d’ gomm e sparpacelloun”. E’ possibile ripetere quelle imprese? E via di luccichio folle negli occhi. “Che voglia di rispondere, si”. La ragione dice che “no”, non si può: allo Zaccheria stanno smontando i tornelli, Sky e la tessera di Maroni svuotano gli stadi, l’Inter è lontana e non trema più e a Firenze non c’è più Sebastião Barroso Lazaroni. E’ rimasta solo la Juve che soccombe (momento goduria), poi tutto è cambiato.
Tornare indietro è un’illusione per gli adoratori e un rischio per i protagonisti di questo improbabile viaggio a ritroso. I sequel dei grandi film riescono quasi mai, “L’allenatore nel pallone” ce lo insegna, e il boemo potrebbe essere il carnefice di una leggenda che fin qui lo ha consolato nel percorso di avvicinamento alla pensione.
Se Zeman uccide Zeman, dopo l’omicidio non ci rimarrà neanche il vecchio abbecedario. Gli episodi di autolesionismo di Zdenko sono più che un monito: Fenerbahce, Napoli, Salerno, il fallimento di Avellino a braccetto con Casillo e Pavone, e poi il Lecce gruviera, le promesse mancate e l’esonero di Brescia.
Wikipedia è impietosa: “Il 17 giugno 2008 diventa allenatore della Stella Rossa. I risultati sono deludenti: la squadra non riesce ad accedere alla Coppa UEFA venendo eliminata dai ciprioti dell'Apoel Nicosia. In campionato le cose non vanno meglio: la Stella Rossa, seconda e imbattuta nel campionato precedente, dopo tre giornate si trova ultima in classifica con un solo punto e zero gol segnati, posizione che conduce all'esonero di Zeman”.
“Che anno è, che giorno è?”.
Foggia è l’unico posto nel mondo dove il tempo si è fermato. Berlusconi non è mai diventato presidente del Consiglio, ci sono ancora la guerra in Jugoslavia e la Jugoslavia, Falcone e Borsellino sono ancora al lavoro e la domenica guardano insieme 90’ minuto ammirati dai satanelli. La banda della Uno bianca, Cossiga presidente, il Msi, l’apologia di Gladio. L’esercito russo è ancora a Vilnius, quello americano in Iraq. Effettivamente non è cambiato poi molto. Il Foggia va che è una scheggia.

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