Corbeille de verres
1644
Olio su tela, 52 x 63 cm
Musée de l’Oeuvre de Notre Dame, Strasbourg
Si resta perplessi, inquieti, affascinati e incuriositi di fronte a questo quadro, forse indefinibile, o facilmente catalogabile come simbolico di un’epoca storica vissuta dal pittore e caratterizzata dall’incertezza europea della Guerra dei trent’anni.
Sebastian Stoskopff, pittore alsaziano di cultura tedesca, è passato alla storia soprattutto per le sue nature morte, per l’enigmaticità delle sue Stillstehende Sachen (cose che stanno immobili) che sembrano avvicinarsi agli effetti del trompe-l’œil, ma questo solo dopo tre secoli dalla sua scomparsa, quando è stato riscoperto e apprezzato.
Corbeille de verres, il cestino pieno di bicchieri ritratto da Stoskopff, ci mostra la delicatezza del materiale, la diversità dei pezzi messi insieme dentro il cestino, la preziosità del vetro lavorato, ma anche ciò che può accadere a un oggetto, seppur pregiato. Sulla sinistra e al centro del piccolo quadro Stoskopff dipinge il bicchiere rotto, l’equilibrio delicato dell’opera umana che si spezza, si infrange. Si potrebbe paragonare la varietà dei calici dentro il cestino alle nazioni europee che si stavano scontrando in quel periodo, mentre il bicchiere rotto sarebbe l’effetto inesorabile di questa impossibile unione tra nazioni che storicamente non riescono a dialogare tra loro.
