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Seconda guerra mondiale, D-Day SBARCO IN NORMANDIA 6 giugno 1944 – Invasione dal cielo truppe aerotrasportate

Creato il 23 agosto 2013 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
D-Day 6 giugno 1944

D-Day 6 giugno 1944

Seconda guerra mondiale, storia del D-Day SBARCO IN NORMANDIA 6 giugno 1944Invasione dal cielo, di David Woodward da Il Mese, Compendio della stampa internazionale, numero 8, luglio 1944, D-Day martedì 6 giugno 1944 tappa 03 – documenti e storia Milano Arte Expo  (leggi la introduzione e tutte le tappe del D-Day).  DAVID WOODWARD è stato uno dei tre giornalisti inglesi accompagnanti le truppe aerotrasportate del D-Day; fu ferito durante l’operazione - Un reparto di paracadutisti britannici era compreso fra le truppe aerotrasportate, le quali hanno costituito la punta avanzata del Secondo Fronte. È sceso oltre le linee tedesche, ha espugnato posizioni decisive, allegandosi finalmente con i reparti alleati che sbarcavano sulle coste. Al tramonto della giornata D meno uno, che sarebbe a dire la vigilia del 6 giugno, ho potuto assistere alla rivista di questo reparto che andava alla guerra: dal generale di brigata in giù, tutti i volti erano stati tinti di nero; tutti indossavano tute mimetiche e i caratteristici elmetti senza bordura dei paracadutisti. Ciascuno pareva largo quanto era alto di sutura, tanto voluminoso è l’equipaggiamento che ogni paracadutista porta con sé. Il generale di brigata e il tenente colonnello hanno parlalo brevemente: “Noi siamo la storia”, ha detto questi. Una triplice acclamazione, una breve preghiera e, mentre la notte si stendeva, gli uomini sono partiti in autocarri verso il campo d’aviazione. Parrà incredibile, ma quelli del primo veicolo cantavano a squarciagola…Horst Wessel.

Non era un tempo ideale per operazioni di trasporto aereo, ma fu stato deciso di non rinviare la partenza: probabilmente i tedeschi sarebbero stati meno sul chi vive durante una notte sfavorevole all’attacco. Partirono prima i paracadutisti, incaricati di distruggere quanto più potevano i ripari nemici contro gli atterraggi; quindi gli alianti carichi di truppe destinate ad espugnare certe posizioni e finalmente altri alianti carichi di materiali e d’armi d’ogni sorta. Soltanto un rimorchiatore ed un aliante sono stati abbattuti, di tutta questa forza aerea che ha trasportato il reparto all’azione. L’aliante dove mi trovavo ha attirato poco innanzi l’alba, quando il cielo che si faceva opalescente s’illuminava di esplosioni gialle, rosse e verdi smaglianti, causate dal bombardamento di numerosissimi aerei che stendevano una cortina di protezione immediatamente prima che s’iniziasse l’attacco delle compagnie di sbarco.

D-Day 6 giugno 1944 sbarco in Normandia

D-Day 6 giugno 1944 sbarco in Normandia

Il Comandante di stormo Gibson, Victoria Cross (corrispondente a “medaglia d’oro” N.d.R.), comandava un gruppo di bombardieri Lancaster, dai quali e stata posta fuori combattimento una batteria tedesca che altrimenti avrebbe reso impossibile lo sbarco in una certa insenatura. I paracadutisti, nel frattempo, non se n’erano stati con le mani in mano: gli abitanti dei piccoli villaggi francesi nelle vicinanze dei luoghi dove le truppe avevano atterrato, si svegliavano liberi.

Con l’avanzar della “giornata D (D-Day)” noi che studiavamo le carte al Comando della divisione aeroportata, potevamo renderci conto di quanto successo avesse conseguito il reparto nel cogliere i tedeschi di sorpresa. In varie località sono stati catturati ufficiali tedeschi a letto, e ci si è accorti subito che le difese tedesche contro gli atterraggi erano di gran lunga meno efficienti di quanto essi avevano cercato di dare ad intendere negli ultimi due anni. I prigionieri tedeschi si dimostrarono un miscuglio eterogeneo, di cattiva qualità, come, per altro, ci si attendeva, sapendosi che dietro di loro erano schierati alcuni reparti fra i migliori dell’esercito germanico, pronti al contrattacco.

Più tardi iniziarono infatti l’attacco i carri d’assalto e i PanzerGrenadiere in autocarri corazzati. Nel momento più critico della battaglia, un gran numero di alianti carichi di rinforzi sono intervenuti a volo dove ferveva la mischia, compiendo evoluzioni circolari e finalmente atterrando malgrado il cannoneggiamento tedesco che martellava senza posa la zona di atterraggio. Questi aitanti hanno mutato le sorti del combattimento. La campagna vuota continuava a somigliare ai cartelloni di pubblicità che invitavano i turisti a passar l’estate in Normandia.

Piccole unità britanniche avanzavano al riparo di boschi e di siepi. Qua e là si vedevano paracadute abbandonati. Sparsi al suolo, erano i gran corpi neri degli alianti. Nelle strade d’una caratteristica stazionaria balneare francese procedeva la rimozione delle mine. Di tanto in tanto vi scoppiavano scaramucce tra le nostre pattuglia e i cecchini tedeschi. Vari piccoli carri esplodenti tedeschi, tutti fuori combattimento, stavano in un angolo del villaggio. Sull’angusta spiaggia, vettovaglie e materiali venivano trasportati su reti metalliche, e già le varie abbreviazioni militari inglesi campeggiavano in stampatello su tende e baracche. Immersi fino al petto nella spuma, i soldati scesi dai pontoni di sbarco montavano a riva. Più al largo, navi trasporto e cacciatorpediniere si profilavano contro lo sfondo di due grandi corazzate, che bombardavano lentamente e deliberatamente con i loro grandi calibri le postazioni tedesche.

Erano gli stessi cannoni che avevano sostenuto gli atterraggi avvenuti assai più all’interno, sgretolando in malo modo i l settore locale del Vallo Atlantico, che ivi consisteva in casematte di media grandezza ed in campi minati. I tedeschi se n’erano andati con tanta furia da lasciar perfino i cartelli di avviso, eretti ad uso delle loro truppe, per segnalare la presenza delle mine; il nostro lavoro di rimozione ne è stato reso più facile. Un’ambulanza da spiaggia era affollata di britannici e tedeschi, per la maggior parte feriti leggermente. I piloti degli alianti, che si erano mostrati così provetti il giorno prima, ora s’imbarcavano in un pontone di sbarco da fanteria per tornare in Inghilterra a portar qui degli altri alianti. Sono sbarcati in uno dei porti usati nel 1940 per ricevere i reduci dell’evacuazione da Dunquerque.

DAVID WOODWARD

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Sbarco in Normandia: la storia del D-Day martedì 6 giugno 1944

tappa 03 – documenti e storia Milano Arte Expo (leggi la introduzione e tutte le tappe del D-Day). Continua

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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia tutti collaboratori della sezione documenti e storia.

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