Letizia Paonessa è la creatrice del marchio Secondamanina
"L’idea di Secondamanina è nata nel 2009 dalla voglia di cambiare attività lavorativa dopo 15 anni di lavoro in un'azienda di Ivrea." A parlare è proprio lei, Letizia Paonessa, l'imprenditrice che ha creato il marchio "Secondamanina" oggi franchising di successo in tutta Italia.Non potevo non andare a conoscere questa donna che ha saputo rinnovarsi come mamma diventando una vera imprenditrice lungimirante la cui attività presto si farà conoscere in tutta l'Italia. Ecco cosa mi ha raccontato:
"Il mio desiderio era sviluppare un progetto imprenditoriale che mi consentisse di stare a contatto con il pubblico, che fosse innovativo e che nel suo piccolo potesse contribuire a promuovere e sviluppare l’idea del riuso e del riciclo."
Il franchising si è sviluppato in tempi brevi. Quali sono stati, secondo te, i fattori di questo successo?
"Più che un franchising ci sentiamo un gruppo di negozi che, pur condividendo lo stesso marchio e la stessa filosofia, mantiene completa autonomia nelle scelte imprenditoriali. Proprio l’idea di fare gruppo ci ha permesso di contenere i costi di affiliazione in modo da non pesare eccessivamente sul bilancio dei neo-imprenditori. Questo approccio è stato accolto positivamente da quanti ci hanno scelto."
Il consumo etico e il prezzo sono i due valori
da esprimere nella comunicazione aziendale di Secondamanina
"I costi dei prodotti dell’infanzia, in questo particolare momento, sono sempre più onerosi per le famiglie, così genitori e nonni valutano soluzioni alternative al nuovo. La nostra accurata selezione e la corretta determinazione del prezzo di vendita sono alcuni tra i nostri punti di forza."
Inoltre una crescente sensibilità ecologica spinge molte mamme a portarci i giochi ed i vestitini non più utilizzati per dar loro una nuova vita.
Il mercato è diverso da una città all'altra?
"Gli elementi che determinano il successo di un punto vendita sono dati dal bacino di utenza del negozio, ma soprattutto dalla predisposizione del potenziale cliente a comprare e vendere l'usato. Dalla nostra esperienza possiamo dire che un negozio Secondamanina di grande città riuscirà a raggiungere i propri obbiettivi di vendita prima che un altro negozio posizionato per esempio in provincia. Questa differenza potrebbe essere basata su fattori culturali, sociali o per una sensibilità diversa verso le tematiche dell'ecologia e del riciclo." conclude Letizia.
Ed ecco che qui mi inserisco io con una piccola lezione di marketing. I fattori che mandano avanti questo business, dal punto di vista della comunicazione, sono due: il valore del consumo etico e il fattore prezzo. Questi due fattori hanno pesi diversi in base al territorio di appartenenza del negozio. Il minimo comune denominatore potrebbe essere quello di un significato nuovo per l'usato, meno serioso e più leggero! Il mio consiglio è quello di creare varie campagne pubblicitarie, da usare in base alla zona, che facciano leva su nuove motivazioni di acquisto dell'usato, scherzose e leggere.
Ecco tre esempi di pubblicità per la stampa che ho inventato per questo post:
Anche la comunicazione sui Social Network potrebbe seguire questa impronta scherzosa e leggera, postando su Facebook o Twittando post su giochi, lavoretti manuali, idee per i bimbi.
Ma a questo argomento dedicherò tra pochi giorni un post speciale.
La lezione di oggi vuole essere un esempio concreto di come sia possibile "correggere" alcune carenze o caratteristiche del mercato di riferimento di ciascuno di noi, attraverso una campagna di pubblicità sul territorio.
Per chi volesse avere maggiori informazioni su Secondamanina: www.secondamanina.it
Un album dinicolebionaz su Flickr.