Mi sono imbattuto del tutto casualmente in un sito web piuttosto bizarro, Secondo protocollo, che pare essere quello di una ong che si occupa di diritti umani: diritti umani che, “stranamente”, non riguardano né i palestinesi cittadini di Israele, né tantomeno quelli dei Territori occupati. Quel che più mi interessa, però, e’ un farneticante articolo scritto da una tal Noemi Cabitza (ma magari è un nome di fantasia), dal titolo forse un po’ azzardato “Addio alla Turchia laica: ora è un califfato ottomano“. Addirittura, l’addio alla laicità e la nomina del Califfo c’è stata non dopo le elezioni del 12 giugno, ma con il referedum del 12 settembre: e questo perché sono stati ridimensionati i poteri dell’esercito ‘garante della laicità’.
Ecco le perle:
- c’era da decidere sull’abolizione della legge che vietava alle donne di indossare il velo islamico nelle scuole, una norma che tutelava la laicità dello stato e il Diritto delle donne che ora, in molti casi, si vedranno costrette dai loro genitori a indossare il velo islamico;
- Altri punti controversi erano quelli che introducono la possibilità di processare gli ufficiali autori del golpe del 1980 e quello che permette di sottopone alla giustizia civile i vertici militari per crimini commessi nell’esercizio delle loro funzioni. Come si vede è un attacco a tutto campo all’esercito turco [ma chi si occupa di diritti umani non dovrebbe rallegrarsi del fatto che gli autori di un golpe vengano perseguiti?];
- E’ evidente la svolta verso l’islamismo della Turchia, una svolta iniziata con l’ascesa al potere di Erdogan e culminata nei mesi scorsi con la sempre più evidente alleanza della Turchia con l’Iran di Ahmadinejad.
Ora, Secondo protocollo è un sitarello sfigato che non credo abbia molti lettori: ma chi mi aiuta a trovare le differenze tra le sue scempiaggini e quelle di Roberto Santoro, di Giulio Meotti, di Marta Ottaviani e di Fiamma Nirenstein? La tragedia di Oslo dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, che in giro ci sono menti facilmente influenzabili dalla propaganda islamofoba: e non sarebbe forse il caso di istituire un apposito osservatorio, sul modello di quello contro l’antisemitismo, per monitorare e contrastre questa pericolosa disinformazione?