Sono ovunque.
Tra le strade brulicanti di vite vissute. Nei giardini pubblici e ai bordi delle vie elitarie. Accasciati in un aiuola, vicino ad un debole albero soffocato dalle polveri sottili. Abbandonati vicino ai cassonetti come fossero privi di valore, come non fossero mai appartenuti a nessuno. Come fossero i figli deformi di una madre morta.
Oggetti abbandonati © Margaret Anderson
La gente li vede, ci passa davanti, incurante, sprezzante. Alcuni addirittura voltano la faccia in segno di sdegno, per non vedere e non lasciarsi turbare dal lerciume imperante delle strade su cui stanno camminando.Poveri stolti.
Oggetti abbandonati © Margaret Anderson
Il problema sta nel "vedere" e nel non "guardare". C'è chi non si accorge della bellezza nascosta che solo questi oggetti possono emanare. Io ho una vera, grande, spropositata, meravigliosa passione per il recupero di tutto ciò che la gente considera rotto, inutile, da buttare.Oggetti abbandonati © Margaret Anderson
Come fa la gente a non capire che dietro quell'oggetto c'è una storia che vuole essere raccontata e che quell'oggetto ormai fradicio di lerciume può tornare a splendere in una nuova vita?Oggetti abbandonati © Margaret Anderson
Ricordo ancora quando, per la prima volta nella mia vita, riuscii a "guardare" ed a innamorarmi di un oggetto abbandonato: un divanetto di Bambu, con una gamba spezzata lasciato ai piedi di una pattumiera in via Torricelli. Ricordo che uscii da casa del mio fidanzato e convinsi la mia migliore amica (nemica atomica degli oggetti abbandonati) ad aiutarmi a portarlo a casa mia. Da quel momento quel divanetto era diventato il nostro angolo zen sul balconcino. Persino lei ha imparato ad amarlo dopo l'iniziale diffidenza (e duecento litri di disinfettante!).Oggetti abbandonati © Margaret Anderson
Quello che voglio dirvi con questo post di oggi è che spesso dobbiamo imparare a "guardare" il mondo e ad accorgerci del potenziale di vita abbandonato che potremmo stupidamente lasciarci alle spalle.Oggetti abbandonati © Margaret Anderson
State Tunnati.Margaret Anderson
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