Nascosto dietro la chiesa di Sant’Eustorgio e la super-mega-fantasticamente-hipster Corso di Porta Ticinese il parco si apre come un polmoncino verde al di la del caos e del traffico di Piazza XXIV Maggio.
Accedervi non è difficile.Arrivati in Piazza XXIVMaggio, entrate in Corso di Porta Ticinese e subito sulla sinistra superato il superpienoemaichiusoMac Donald addentratevi in quella via soave in cui padroneggia la meta più ambita del Milanese Imbruttito… California Bakery.
Ecco ci siete. Superato l’odore proveniente dalla cucina dei pancakes più costosi e “in” del mondo, troverete uno dei punti di accesso del parco.
E’ bello visitarlo in qualunque momento della giornata e in tutte le giornate della settimana. Insomma è un luogo da 24 ore su 24!Peccato che ad un certo punto della sera i cancelli si chiudano senza grande preavviso e il rischio di rimanere chiusi dentro il parco sia molto grande. (In 6 anni di vita milanese non mi è mai successo… ma aneddoti di quartiere raccontano che capiti spesso)
Il parco comunque si presta ad essere visitato non soltanto perché affaccia su una delle più belle e famose chiese milanesi, ma perché è il luogo d’incontro di strani personaggi mistici: band sgangherate; vecchine pronte a raccontarvi la loro rocambolesca storia; uomini dal fascino vissuto e dalla fiaschetta di liquore sempre un po’ troppo piena; madri milf con bambini modelli; hipsteroni dal mood dannatamente bello e maledetto, attrezzati dell’irrinunciabile bici, Lomo e libro di Fleubert - giusto per dare quel tono da intellettuale smarrito; punk della domenica con finto pitbull da combattimento (i pitbull sono tra gli animali più dolci che io conosca … non vedo perché la gente ignorante debba averne paura), e infine anche qualcuno di normale, tipo me (si, dai, sono nella media delle gente anonima).
Questo parco è davvero magnifico per chi fa street photography, la possibilità di beccare belle scene da immortalare è davvero alta. Sono due però i momenti in cui si raggiunge l’apice della bellezza: al calar del sole di ogni giorno e il sabato e la domenica a mezzogiorno durante il brunch di California Bakery.
Per quanto io non sia un’estimatrice della Bakery più famosa di Milano, la sua idea di distribuire cestini da pique nique per coloro che vogliono fare il brunch - ma non hanno prenotato due mesi prima per avere un tavolo - mi sembra geniale. I cestini sembrano esteticamente ben fatti. Le tovaglie richiamano i colori della tradizione. Sul cibo non mi espongo non avendolo mai addentato. Tuttavia tutto ciò genera scene colorate nel parco, pronte ad essere scattate. Consiglio vivamente di portarsi un bello zoom potente, per non farvi cogliere con l’obiettivo puntato sulla marmellata altrui.
E con questo vi abbandono anche oggi!
PS. Se qualcuno armato di santa pazienza vuole portarmi da California Bakery a sue spese per farmi ricredere, io sono disponibile dal 2 settembre
Margaret Anderson
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