Uno spettatore dopo i primi minuti di visione del film.
L’ipnotista (Svezia 2012) Titolo originale: Hypnotisören Regia: Lasse Hallström Sceneggiatura: Paolo Vacirca, Lasse Hallström Tratto dal romanzo: L’ipnotista di Lars Kepler Cast: Mikael Persbrandt, Tobias Ziliacus, Lena Olin, Jonatan Bökman, Helena af Sandeberg, Anna Azcarate, Eva Melander Genere: thriller nordico Se ti piace guarda anche: CSI, Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco, La regina dei castelli di carta“Cannibal, si deve sforzare. Provi a ricordare cos’è successo. Cosa stava facendo quando hanno cominciato ad accoltellarla?” “Prima che mi capitasse questo poco piacevole inconveniente, avevo cominciato a vedere un film. Mi pare. Sì, un film svedese. Non ricordo il titolo…” “Minchia! Doveva essere proprio un filmone di quelli memorabili. Cannibal, ora cerchi di dirmi di cosa parlava. Almeno di questo se ne ricorda?” “Mmm… è la storia di una famiglia che viene massacrata. Padre, madre, figlia. Il figlio invece sopravvive, ma rimane in coma. E poi pare che ci sia una sorellastra, da qualche parte. Insomma, è una di quelle tragedie da sogno per un giornalista di Studio Aperto.” “Uh bello, adoro quello show, volevo dire quel telegiornale. Ricorda altro?” “Sì, ricordo di essermi approcciato alla visione incuriosito dal successo del romanzo da cui è tratto: L’ipnotista di Lars Kepler. Ultimamente questi thriller nordici vanno fortissimo e io non ho ben capito perché. Va bene che le glaciali atmosfere di questi paesi si adattano perfettamente alle vicende crime, però letto uno, da Uomini che odiano le donne in poi, letti tutti, tanto per fare un discorso generalista anche mentre mi trovo sottoposto a una seduta di ipnosi.” “Cannibal, lo sa che la sua mente è davvero malata? Comunque, andiamo oltre. Riguardo ai volti presenti, qualcuno le era familiare?” “Qualcuno sì. Non essendo una pellicola hollywoodiana, non è che ci siano tutte ‘ste star. Però un paio li avevo già visti. Lena Olin, una delle più celebri attrici svedesi, ha fatto un sacco di film anche se io la ricordo più che altro per la serie Alias, dove era la madre di Sydney Bristow, quella bella gnocca di Jennifer Garner…” “Meglio se la interrompo qui. Non mi interessano le sue fantasie sessuali. Non in questo momento, almeno. Dobbiamo prima capire chi è stato a pugnalarla. L’altro volto che ha riconosciuto di chi era?” “L’altro era quello di un attore (che la polizia più tardi identificherà come Mikael Persbrandt) credo anche lui svedese (come anche la polizia successivamente confermerà), che avevo già visto in un film credo svedese anzi no danese, In un mondo migliore. Discreto. Un film non eccezionale ma discreto. Lui come attore non mi sembra un granché, per di più qui nei panni di ipnotista appariva ben poco convinto. E il resto del cast non era certo di quelli memorabili…”
Tentativo di fuga durante la visione.
“E del regista… Che mi dice del regista? Potrebbe essere stato lui ad accoltellarla?” “No, figuriamoci. Troppo noioso, quello.” “Quello, chi?” “Lasse Hallström. Sì, si chiama così. Il regista svedese vanta una lunga carriera a Hollywood fatta di alcuni film non male come Buon compleanno Mr. Grape con un giovane DiCaprio, così come lo zuccheroso Chocolat e l’ottimo Le regole della casa del sidro. Negli ultimi tempi sembra essersi però dato in tutto e per tutto al genere Studio Aperto: ha fatto la storia strappalacrime dell’amore di un cane per il suo padrone Hachiko, il dramma di amore e guerra Dear John, l’inverosimile (ma gradevole) vicenda del milionario che vuole pescare salmone in Yemen de Il pescatore di sogni e ora è tornato in patria per indagare su questo tragico omicidio a sfondo famigliare. Più che un regista, un giornalista di Studio Aperto onorario.”“Se non è stato lui e non è stato un membro del cast, chi può essere stato? Pensi alle mani che stringevano l’arma del delitto…” “Le vedo. Mi sono familiari.” “Potrebbe essere stato qualcuno della sua famiglia? Provi a visualizzare il resto del corpo.” “Mani… braccia… corpo… faccia… Hey, ma sono io! Mi sto pugnalando da solo!”
Al termine della visione.
“Perché, Cannibal? Perché lo sta facendo?” “Ora ricordo chiaramente. L’ipnotista è uno dei thriller più noiosi che io abbia mai visto. Due lunghissime, infinite e prevedibili ore in cui non succede niente di interessante e in cui c’è un tizio che cerca di risolvere il caso attraverso delle ridicole sessioni di ipnosi. Non ce la faccio. E il finale? Al solo ripensarci sto male. Mi sento mancare…” “Cannibal NOOOOOOOOOOOOOOO. Non mi muoia. Chiamate un dottore, presto!” “Eccomi qui. Che succede?” “Dottore, provi a rianimarlo. Stavamo parlando del film L’ipnotista quand’ecco che ha smesso di respirare.” “L’ipnotista, dice? Dannazione, quel film questa settimana ha già provocato 4 decessi e 17 coma. Più che far cadere in ipnosi, manda proprio all’altro mondo. Comunque per lui non c’è più niente da fare. Possa questo sventurato cannibale riposare in pace e preghiamo affinché almeno nell’Aldilà possa stare lontano da certi filmacci. (voto 4/10)Post pubblicato anche su The Movie Shelter.