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Seduti sulla riva sbagliata del fiume

Creato il 28 febbraio 2011 da Albino

Ritornando per un momento al post di ieri, volevo precisare un paio di cose, e spiegarvi come funziona la faccenda. Alcuni di voi si sono chiesti a cosa serva mettere un maxischermo LCD su un distributore automatico; in effetti all’occhio non attento la cosa sembra inutile. Torniamo allora a spiegare come funziona la faccenda, perche’ un dettaglio come questo potrebbe farvi capire molte cose, oh miei discepoli. Lasciatemi dunque togliere per un momento l’abito da ingegnere e mettermi nei panni dell’esperto di marketing (che non sono, ma va bene lo stesso).
Vi chiedevate a cosa servisse un distributore LCD? Ecco a cosa serve:

1) Il distributore e’ dotato di sensore di prossimita’. Quando davanti non passa nessuno puo’ mostrare della pubblicita’. Quindi il distributore ha funzione anche di cartello pubblicitario LCD. Appena qualcuno ci si ferma davanti per qualche secondo, la pubblicita’ si interrompe e compaiono le “bibite”).

2 Il distributore ha un software di riconoscimento del viso (ho visto un servizio in TV che ne parlava). Quando ti fermi a prendere la bibita lui sa riconoscere se sei uomo, donna, e il tuo range di eta’ (diciamo, la “decade”. Oggigiorno un computer puo’ riconoscere facilmente se uno ha 20 anni, o 40, o 60). Questo significa che alle ditte di bibite viene data la possibilita’ di accedere a dei database importantissimi, che possono dir loro ad esempio se una nuova bibita ha successo o meno, e il tutto diviso per zona, orario, fascia di eta’, sesso.

3) Il concetto della tastiera dell’iphone resta valido anche se applicato a un distributore di bibite: non avere una struttura fissa ti consente infiniti livelli di personalizzazione e di utilizzo. Parlando solo di bibite, se gli uomini non bevono la diet cola allora questa verra’ messa in un angolino, defilata. E probabilmente vale anche il viceversa, ovvero se sei donna under 30 allora e’ li’ bella in centro, in grande, con la stellina brilluccicosa e bordata di rosa.
Ma non solo: cosa impedisce a un distributore LCD di potersi trasformare alla bisogna in praticamente qualsiasi cosa?

4) Quando passi davanti al distributore hai un “effetto sorpresa”. Ti viene da guardarlo, e’ luminoso, accattivante. Ti mostra le coccarde con i drinks piu’ “hot” del momento. Lo schermo interagisce con te. Sul serio: a guardarlo ti viene voglia di prendere da bere (provato sulla mia pelle). Naturalmente distributori di questo tipo vengono installati solo in stazioni affollate, dove e’ anche piu’ semplice subire l’effetto sorpresa.

Ma facciamo il punto della situazione, anzi i punti perche’ in realta’ sono due. Il primo riguarda la domanda che mi veniva rivolta ieri. Alcuni dicevano “ma non e’ troppo costoso”? No, se lo installi in luoghi affollati dove hai un ritorno consistente. No, visto che nei tempi morti e’ un cartello pubblicitario in LCD (il Giappone e’ pieno ovunque ormai). No, se fornisce un’esperienza interattiva a te che compri e alle aziende che vendono.

Il secondo punto invece e’ una riflessione. Ecco, vedete: a me vedere queste innovazioni giapponesi a volte fa venire un po’ di tristezza se penso all’Italia che non sa guardare al di la’ del proprio naso, e che parla di gas e di petrolio e di uranio come un’India o una Russia qualsiasi, quando i paesi all’avanguardia hanno ormai capito da tempo che il futuro e’ nelle mani di chi sapra’ sfruttare il sole, il vento, le maree.
E poi mi viene da pensare agli italiani che guardano al nuovo con diffidenza, agli italiani che non hanno l’entusiasmo al cambiamento. Siamo un po’ seduti, ve ne siete resi conto? Dal punto di vista mentale intendo. Sento rassegnazione, mancanza di entusiasmo. E se nei nostri campi storici (moda, cibo, vino, design, ecc.) siamo spavaldi, sicuri di quello che facciamo, con uno sguardo al presente e uno al futuro, in moltissimi altri abbiamo paura, siamo al palo, siamo come la Juve di questi ultimi tempi, che quando tira fuori le palle riesce a vincere contro l’inter ma poi perde fiducia e ne prende due da un bologna qualsiasi.
E non sto parlando solo della “Ricerca” con la R maiuscola, quella universitaria, ne’ dell’ “Innovazione” con la I maiuscola, quella aziendale. Sto parlando di un modo di porsi dell’italiano medio, di una mentalita’ diffusa per cui di fronte al distributore di bibite LCD non si commenta affascinati, bensi’ ci si chiede se serva o meno a qualcosa. Chissa’ cosa sarebbe successo se l’ingegnere che ha inventato la vespa avesse lasciato perdere, aspettando che i giapponesi prendessero tutto il mercato a due ruote del mondo per se’. O se Volta avesse lasciato perdere le sue ricerche perche’ la pila, in fondo, all’epoca non e’ che avesse tutte queste applicazioni pratiche. O sbaglio?

(foto sotto: una delle infinite applicazioni pratiche del distributore LCD).

Seduti sulla riva sbagliata del fiume



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