sottofondo: System of a Down – Lonely Day
Dal quadernino di Pippo…
21/04/2011
Oggi pausa dallo studio. So che dovrei continuare a riempire a forza il cervello di nozioni su nozioni, ma oggi proprio non ce la faccio.
Dopo 4 giorni di studio intenso una piccola pausa ci vuole, tanto si può benissimo riprendere domani.
La giornata è spettacolare. Il sole è così forte da permettere alle mie membra di crogiolarsi per bene, assumendo poi i primi toni di quel colorito tipico della bella stagione.
Il quaderno c’è, la fido PILOT pure. Non posso chiedere di meglio.
Il don Chisciotte mi chiama dall’interno della borsa, ma non voglio sentirlo.
L’acqua irrompe sugli scogli con piccole onde, a ritmo costante, isolandomi da tutto il resto, portandomi oltre alle sensazioni, oltre ai canonici cinque sensi, oltre alle voci insistenti che continuano a chiamare il mio nome.
Fatevi un giro e lasciatemi in pace!
Una brezza fresca mi avvolge, non facendomi pesare l’esposizione prolungata ai raggi solari, dandomi quel po’ di piacevole refrigerio di cui, anche chi ama il caldo, sente il bisogno.
I particolari cominciano a saltarmi all’occhio: una retina rossa incastrata sulla sporgenza di uno scoglio alla mia destra che ora, intrappolata com’è, non può fare altro che seguire il moto costante dell’acqua; una formica che, camminando sulla roccia, viene letteralmente travolta da una massa di acqua a suo vedere titanica, ma chissà perché, quando l’umido liquido si ritira, lei è ancora lì, inamovibile dal suo intento di continuare ad avanzare verso il nido.
Birra!
Ah, benedetto sia il nettare degli dei. Non poteva certo mancare.
Se fossi in un bar potrei di essere nel perfetto momento Bukowski. Tuttavia mi trovo al lago, quindi trovate voi un nome a questa perfezione. Io ce l’ho: pace!
Storia di pensieri,
moltitudine di scrittori,
quante penne avranno mai scritto qui.
Semplici pensatori,
non solo scrittori,
persi come sono io,
seduti,
fissando le acque,
la maestà degli scogli,
il ventre di pace e ricordi,
ricordando, sperando,
il passato, il futuro,
lontani dal mondo
e dai suoi tentacoli.
Onda di parole,
fumi di inchiostro,
roghi di carte.
Fogli su fogli,
pagine su pagine,
tutte sono qui
a ondeggiare,
a infrangersi sugli scogli,
seguendo l’ondeggiare,
il ritmo perpetuo
delle parole in fermento,
attraverso spazio e tempo.
Buffo, quando finisco di scrivere, o semplicemente mi fermo a pensare, le acque sembrano contrariarsi al punto di scatenare piccole ma forti onde che, rompendosi sugli scogli, arrivano a bagnare anche me.
Ecco, ora si è calmato…
L’onda è pensiero,
le parole sono l’acqua,
se le fermi
prima o poi tracimeranno…
Tranquillità…
Scrittura…
Pensiero…
Pace…
E.