Ieri Brunin era arrabbiato. Lo vedevo gesticolare, da fuori il locale. Parlava animatamente con Adelmo. Faceva gesti ampi da giureconsulto, indicando un punto imprecisato dell'osteria. Mi faccio forza e entro (le bruschette calde e impiattate sono un incentivo potente). “Proprio te cercavo – sibila – Volevo dirti che io non c'entro niente”. Per una frazione di secondo i miei ragionamenti si sono andati ad impigliare nella cronaca nera (deformazione professionale). Brunin interrogato per un omicidio? Il mio oste incolpato di un feroce stupro? Adelmo lo incolpa di un abuso edilizio?No. Hanno tagliato dei cedri per far posto ad un parcheggio, in un luogo indefinito dell'entroterra ligure. Lui si accalora a proclamare la sua innocenza su tutto quello che succede in questa disastrata nazione, è fatto così. Le generazioni future, lui pensa, potrebbero puntare il dito contro di lui (e contro Adelmo, anche se si anfratta dietro alle bruschette sottilmente pavimentate di squisito pesto). Ora si è messo in testa di mettere un cartello fuori dall'osteria: “Io non c'entro niente”. Azione che gli ho caldamente sconsigliato: la gente potrebbe non capire.Vuole imitare i pacifisti americani degli anni '70; loro sfilavano come uomini sandwich gridando il loro dissenso rispetto alla scelta del governo di entrare in guerra in Vietnam “Not in my name”, dicevano. Avevano ragione. Anche Brunin ha ragione. Io mi comporto diversamente.Mi sono seduto sul bordo del fiume, come hanno fatto, in passato, i saggi orientali. Aspetto che questa classe politica si autodistrugga. Oramai ci siamo. Me ne sto buono in silenzio, a leggere i commenti sarcastici che provengono da tutte le parti dell'Universo per addossarci un'unica colpa: quella di essere italiani. Ancora per poco, spero. Il nostro primo ministro è un'anomalia; e non per quello che è e che fa oggi, ma per quello che era e ha fatto prima di candidarsi a una carica politica per la sua prima volta. Il nostro ministro della semplificazione sarebbe da tempo interdetto dai pubblici uffici anche nel Burundi. Per non parlare dell'informazione televisiva pubblica. Siamo a tal punto “anomali”, che se ci capita di vedere un qualsiasi altro telegiornale del mondo occidentale, ci coglie il dubbio che siano emittenti rivoluzionarie clandestine. Solo per dilettarci in oziosi pensieri, allora possiamo chiederci, cosa è successo ad un intero popolo perché trovi normale quello che, per chiunque altro, è fuori norma. Perché ci siamo autoimposti – o abbiamo accettato che ci imponessero – una visione della realtà così meschina, povera, squallida. Il problema del mio paese non è il suo primo ministro, ma i milioni di persone che accettano, e gradiscono, questa normalità. Jung dice che un uomo può accettare qualunque cosa, dipende solo dal grado della sua sottomissione. A quale entità, a quale fato, a quale vizio, siamo riusciti a sottometterci fino a questo punto? Brunin continua a mescere, sfornare bruschette e parlare astiosamente. Io me ne sto in silenzio, accrescendo la sua ira universale. Me ne sto fermo con il respiro al minimo, ad aspettare ciò che il fiume mi potrebbe portare...
Magazine Società
Ieri Brunin era arrabbiato. Lo vedevo gesticolare, da fuori il locale. Parlava animatamente con Adelmo. Faceva gesti ampi da giureconsulto, indicando un punto imprecisato dell'osteria. Mi faccio forza e entro (le bruschette calde e impiattate sono un incentivo potente). “Proprio te cercavo – sibila – Volevo dirti che io non c'entro niente”. Per una frazione di secondo i miei ragionamenti si sono andati ad impigliare nella cronaca nera (deformazione professionale). Brunin interrogato per un omicidio? Il mio oste incolpato di un feroce stupro? Adelmo lo incolpa di un abuso edilizio?No. Hanno tagliato dei cedri per far posto ad un parcheggio, in un luogo indefinito dell'entroterra ligure. Lui si accalora a proclamare la sua innocenza su tutto quello che succede in questa disastrata nazione, è fatto così. Le generazioni future, lui pensa, potrebbero puntare il dito contro di lui (e contro Adelmo, anche se si anfratta dietro alle bruschette sottilmente pavimentate di squisito pesto). Ora si è messo in testa di mettere un cartello fuori dall'osteria: “Io non c'entro niente”. Azione che gli ho caldamente sconsigliato: la gente potrebbe non capire.Vuole imitare i pacifisti americani degli anni '70; loro sfilavano come uomini sandwich gridando il loro dissenso rispetto alla scelta del governo di entrare in guerra in Vietnam “Not in my name”, dicevano. Avevano ragione. Anche Brunin ha ragione. Io mi comporto diversamente.Mi sono seduto sul bordo del fiume, come hanno fatto, in passato, i saggi orientali. Aspetto che questa classe politica si autodistrugga. Oramai ci siamo. Me ne sto buono in silenzio, a leggere i commenti sarcastici che provengono da tutte le parti dell'Universo per addossarci un'unica colpa: quella di essere italiani. Ancora per poco, spero. Il nostro primo ministro è un'anomalia; e non per quello che è e che fa oggi, ma per quello che era e ha fatto prima di candidarsi a una carica politica per la sua prima volta. Il nostro ministro della semplificazione sarebbe da tempo interdetto dai pubblici uffici anche nel Burundi. Per non parlare dell'informazione televisiva pubblica. Siamo a tal punto “anomali”, che se ci capita di vedere un qualsiasi altro telegiornale del mondo occidentale, ci coglie il dubbio che siano emittenti rivoluzionarie clandestine. Solo per dilettarci in oziosi pensieri, allora possiamo chiederci, cosa è successo ad un intero popolo perché trovi normale quello che, per chiunque altro, è fuori norma. Perché ci siamo autoimposti – o abbiamo accettato che ci imponessero – una visione della realtà così meschina, povera, squallida. Il problema del mio paese non è il suo primo ministro, ma i milioni di persone che accettano, e gradiscono, questa normalità. Jung dice che un uomo può accettare qualunque cosa, dipende solo dal grado della sua sottomissione. A quale entità, a quale fato, a quale vizio, siamo riusciti a sottometterci fino a questo punto? Brunin continua a mescere, sfornare bruschette e parlare astiosamente. Io me ne sto in silenzio, accrescendo la sua ira universale. Me ne sto fermo con il respiro al minimo, ad aspettare ciò che il fiume mi potrebbe portare...
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Philippine perspectives on the South China Sea dispute: il convegno alla Sapienza
Il 22 maggio 2015 l’Aula di Geografia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Sapienza di Roma ha ospitato il giudice della Corte Suprema delle... Leggere il seguito
Da Geopoliticarivista
POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Libri: 5 consigli di MilleOrienti
Cari lettori, a volte d”estate abbiamo un po’ più di tempo per leggere. MilleOrienti vi consiglia allora cinque libri da non perdere – ovviamente sulle culture... Leggere il seguito
Da Milleorienti
CULTURA, SOCIETÀ -
Le 5 migliori città del mondo dove vivere
Per il Sunday Times, il posto migliore per vivere nel mondo è Palma di Maiorca.Ha tutto e a costi accessibili. Inoltre gode di un clima eccezionale ed è una... Leggere il seguito
Da Metallirari
ECONOMIA, INVESTIMENTI, SOCIETÀ -
«Explorers»: un viaggio interstellare e …spirituale – da Il Nuovo Amico
SOTTOLINEATO IL VALORE AGGIUNTO PER LA CITTA’ OFFERTO DA “LA NUOVA SCUOLA” PESARO – Lunedì 3 novembre ha avuto luogo nel salone Metaurense del Palazzo Ducale, l... Leggere il seguito
Da Ostinato
POLITICA, SOCIETÀ -
Sulla tensione crescente nel Mar Cinese Meridionale, e sull’incertezza USA
Mao Zedong di Michele Marsonet. L’interpretazione più accreditata della crescente tensione tra Cina e Stati Uniti in Estremo Oriente tira in ballo motivazioni... Leggere il seguito
Da Rosebudgiornalismo
ATTUALITÀ, CULTURA, SOCIETÀ -
Il caffè dello Starbucks e la "fragranza finale"
L'antropocene come feticismo di Daniel Cunha “Una società sempre piú malata, ma sempre piú potente, ha ricreato il mondo come ambiente e scenario dell... Leggere il seguito
Da Francosenia
CULTURA, OPINIONI, SOCIETÀ -
Pavimenti laminati: tutto quello che c’è da sapere
La sostituzione di un vecchio pavimento a piastrelle con una superficie in legno rappresenta un'esigenza estetica comune, spesso dettata dalla necessità... Leggere il seguito
Il 27 novembre 2025 da Nicolasit
LIFESTYLE






