Abbiamo tralasciato per diversi giorni il discorso avviato sull’amicizia, causa i preparativi per il Natale e le febbri da esso scatenate, ma è giunto il momento di riavviare l’argomento, interessante e colmo di sfaccettature. Proprio le festività Natalizie mi offrono lo spunto per fare alcune considerazioni e per osservare ancora una volta, come piccoli ma inequivocabili segnali possano dimostrarci se esiste ancora vera e reale amicizia. Quei chiari e precisi “segnalibri” o “segnalini” che dir si voglia, che mi sono segnata nei miei quaderni di appunti, dove nelle apposite pagine ho messo il segno rosso o nero a seconda del rischio, sono l’esito e la risposta scaturiti da comportamenti da me innescati. E’ vera e sincera nonché spassionata amicizia, quella dimostrata durante le festività ai potenziali amici/e, tanto dichiarati tali? Oppure non vi viene il ragionevole sospetto che a volte è mera apparenza o desiderio sotterraneo, di carpir segreti e segretucci, disgraziette e sconfittine, c’è quel leggero rigolo di saliva che esce dalla boccuccia del presunto amico, mentre tu ti confidi, e parli parli parli a rotta di collo, credendo di esser compreso, capito, non deriso né tanto meno di divenire oggetto di quella frase per me insopportabile “Mal comune mezzo gaudio”. Ci raccontiamo le bugie, ma in cuor nostro è già partito il segnalino, le nostre vibrisse ben collaudate e spazzolate a dovere ci avvertono che c’è odor di strinato. Vediamo cosa avviene negli anni quando si prova a smettere o a diminuire di inviare ai soliti parenti ed amici, un bel biglietto d’auguri natalizio. Io che ero una persona amante dei biglietti, scritti a mano, in bella grafia, li profumavo persino! ricercavo quelli più strani, colorati, li sceglievo in base alla persona alla quale inviavo il biglietto, a volte li decoravo io stessa, scrivendo frasi adatte ad ognuno. Non mi piacevano e non mi piacciono i soliti “tanti cari auguri di Buon Natale e di un felice anno nuovo”, sanno di fotocopie, di stanco e di muffa.. Addirittura li spedivo con le canzoncine adatte all’occasione: Happy Birthday To You nel caso di un compleanno, Jingle Bells per il santo Natale. Se proprio avevo tanto tempo, mi piaceva, ed erano anche di moda, inviare le foto dei miei figli, o del matrimonio, o della prima Comunione di mio figlio alla zia che non vedevamo mai, come si usava negli anni passati. Ne spedivo mediamente una cinquantina a Natale, altrettanti a Pasqua, per non citare gli auguri dei compleanni, lauree, diplomi, fidanzamenti o funerali .Ripeto tutti personalizzati e la faccenda mi dava piacere, mi appagava il cuore preparare quel piccolo ma significativo pezzo di carta, destinato a qualcun’altro. Poi mi accorsi anno dopo anno, Natale dopo Natale che me ne tornavano indietro circa la metà. Poi dalla metà ricevuti per posta, osservavo che anche nei regali ricevuti il formato da maxi, era diventato medio, poi mini, attaccati con un filino leggero ed insignificante. Provai allora a depennare l’invio di alcuni biglietti, stando alla finestra a vedere che cosa succedeva. Nulla, se non ero io a partire, i biglietti non partivanom di conseguenza io non rispondevo ed attendevo. Ma invano. Si passò a qualche telefonata di circostanza, poi nacquero gli Short Message Service e diminuì ancora l’invio e la ricezione degli amati biglietti con tanto di francobollo leccato a lingua. Quando poi ci fu la nascita delle mail, delle chat, dei blog, di facebook e di altre piattaforme, apriti o cielo! Tanti cari auguri di una sereno Natale ed un felice Anno Nuovo, duecento copia ed incolla, invio multiplo e buonanotte ai suonatori. Quest’anno ho voluto vederci chiaro ed avere la situazione sotto controllo: non ho inviato nemmeno un biglietto, non ho mandato le cartoline dalla villeggiatura, ma sono andata ogni giorno a guardare la cassetta della posta: vuota. Nemmeno un bigliettino d’auguri Natalizio, poche telefonate con la voce, (poche ma sincere!), qualche sms, molte mail e molti saluti ed auguri via blog. Meno male che ho collezionato tutti i biglietti accumulati negli anni nelle diverse occasioni della mia vita: ne possiedo un album meraviglioso, con alcuni oramai introvabili, ci sono ancora quelli con la musica e quelli di amici e amiche con il loro pargolo appena nato, ne ho in bianco e nero, scritti con la penna intinta nel calamaio, li tengo tutti e osservo “come erano” e “come sono diventati”, insomma sono un tesoro di vita per me, tra poco dovrò iniziare un nuovo album. Per i regali fatti e ricevuti durante il corso della mia vita, starei a soprassedere almeno per stasera: in fondo sono giorni dove bisogna essere buoni. Sono però la prima ad affermare che in tempi di crisi, basta il pensiero, fatto con il cuore e adatto al ricevente, ma quando il pensiero fosse anche di due euro, non osserva alcune regole di buon senso ed educazione, beh! Non c’è limite alla maleducazione e non c’è confine per il cattivo gusto. E voi, che cosa ne pensate? Vi mancano quei dolci e teneri bigliettini, o ne spedite ancora?
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