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Segni scrittori: continuità ed evoluzione

Creato il 04 gennaio 2011 da Zfrantziscu
di Atropa Belladonna
“A questo punto il lettore si potrebbe chiedere: a che scopo inventare un sistema di scrittura così complesso, un sistema che richiedeva anni di studio per poter essere padroneggiato? Ed ancora: perché venne mantenuto in uso per millenni, adottato da civiltà e culture che parlavano lingue assolutamente non correlate ad esso? La risposta a queste domande risiede, in ultima analisi, nel suo utilizzo in testi religiosi e divinatori, dove il sistema scrittorio poteva essere utilizzato come un linguaggio sacro”.

Segni scrittori: continuità ed evoluzione

Figura 1. Da sin. a dx.: incisione nella tomba XIV della necropoli diAnghelu Ruju (2); segni su un pendaglio da Mogoro, insediamento preistorico di Puisteris (3); domus de jana di Bellimpiattu (particolare da una foto di Mario Unali) (4)

Così si esprime Gavin White parlando del sistema scrittorio sumerico, nell'appendice A4 del suo bel libro del 2007 e, soprattutto, della sua evoluzione e della continuità di alcuni “espedienti”. Ci torno su tra poche righe, ma prima voglio porre sul piatto una questione che cercherò di approfondire nella relazione del 29 gennaio ad Oristano. Esiste, in certa misura, una continuità tra “segni della comunicazione visiva” utilizzati nella Sardegna pre-nuragica, in certi ambiti, e quelli utilizzati nella scrittura nuragica stessa? In altre parole, i sistemi scrittori utilizzati dai nuragici nell'isola (proto-cananeo, ugaritico, gublita,) attinsero - forse modificandoli - in qualche misura a segni già presenti e già utilizzati? Viceversa, alcuni segni vennero abbandonati e non inglobati nel sistema scrittorio? e se è così perché?  
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