Inutile dirvi quanto sia difficile, in questo periodo, trovarsi lontani dal paese che la tua anima ha scelto come patria elettiva e non poter seguire a fondo, parlando con le persone sulla strada e nelle piazze, quello che i soliti media raccontano solo a spezzoni. Perchè il corpo è qui nei luoghi del sisma e l’anima è là, oltremare, e perché il corpo e la penna e gli occhi sono impegnati ad affrontare e a metabolizzare i fatti avvenuti in Emilia. Ma tacere non mi è possibile, per questo, piuttosto che non scrivere niente riguardo la sentenza e la fine del processo di Mubarak e dei suoi, piuttosto che tacere dopo che Piazza Tahrir era tornata cuore pulsante di una rivoluzione mutilata e incompiuta, condivido con voi la pagina di un blog che amo e che ritengo pregevole, interessante e sufficientemente approfondito. Il cosiddetto “blog delle seconde generazioni”, scritto da persone che seguono le notizie in lingua originale, dalle TV ma soprattutto dagli egiziani stessi in linea diretta via telefono e social networks:
Assurdo processo a Mubarak
Il candidato alle presidenziali Hamdeen Sabahi al centro di una manifestazione in Piazza Tahrir.