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Sei straniero? Parli inglese? Rischi di perdere diritti

Creato il 15 gennaio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Succede ancora, non solo all’ufficio turismo qualche tempo fa. Ci sono ancora stranieri che non vengono compresi dalla pubblica amministrazione perché allo sportello o in ufficio non c’è chi parla almeno un inglese scolastico.
Certi rilievi critici vengono nascosti, o riportati genericamente come qui ed ora perché è scattato il tipico “ho paura di ritorsioni”. Ma come?! La questione della comunicazione è tuttavia aperta. C’è chi sostiene che Paolo Bodini abbia avuto certi incarichi perché è l’unico nella rosa dei nominabili che parlerebbe bene le lingue.
Compulsando i curricula dei dirigenti la storia è la stessa: grava su di loro il limite storico della scuola italiana, superato in questi anni, con le conseguenze che un giorno si comprenderanno. Intanto la lingua italiana è invasa da parole anglo-americane come da virus letali. Appaiono anche parole italiane misteriose, modellate forse su esempi stranieri. “Criticità” anziché “problemi” o un sinonimo, emana un sentore germanico, quando l’origine di Kritik è greca (“krisis”). Criticità è un sostantivo falso astratto derivato da un aggettivo derivato da un sostantivo che dice essenzialmente la stessa cosa del derivato del suo derivato.
Chi scrive non va pazzo per l’inglese e lo legge solo a volte, con l’aiuto del dizionario.

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