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Pochi giorni fa abbiamo avviato una questione aperta sul fenomeno di “troiofobia”, ossia la valenza negativa che si dà alla prostituzione esercitata dalle donne e come si utilizzi l’appellativo “troia” per offendere una donna.
Per offendere una donna si utilizza la parola “troia” per mortificarla nella sua sessualità. La donna, quindi, va mortificata nella sua sessualità, poiché la nostra sessualità è percepita come negativa in quanto percepita come passiva. La mortificazione della sessualità femminile può avvenire dando della “troia” ad una donna (allo stesso modo di quando si da del “frocio” ad un gay) ma anche per mezzo di molestie sessuali che vanno fino allo stupro.
Dare della troia è una forma di violenza simbolica alla nostra sessualità, con effetti più gravi della molestia sessuale, in quanto violenza psicologica con ripercussioni morali, psicologiche ma sopratutto sociali, gravissime sulle donne in un contesto dove l’onorabilità sessuale delle donne conta ancora. Per questo bisognerebbe svuotare di valenza simbolica l’aggettivo “troia” che ancora oggi ha un forte impatto simbolico ed è per questo che ha numerosi sinonimi.
E’ allo stesso modo importante individuare il fine sessista e misogino di questa affermazione, alla pari di un appellativo omofobo. Se l’omofobia è riconosciuta (anche se non ancora dal punto di vista penale) , come fenomeno, il sessismo non lo è ancora. Nemmeno quando si tratta di una vera e propria violenza a danno della libertà sessuale di ogni donna.
Ma arriviamo al dunque. La foto che vedete è un fake attribuito all’attuale Presidente della Camera Laura Boldrini, la quale avrebbe frequentato una spiaggia per nudisti. Questa foto è stata diffusa su Facebook per screditare il ministro, accompagnata dalla frase “Al troiaio non c’è fine”; con lei ci sarebbe un uomo, al quale non sono state rivolte alcune accuse. Insultata perché è una delle poche donne che hanno occupato quella carica, considerata maschile per troppo tempo. Insultata anche perché ha mostrato pubblicamente il proprio corpo. Insultata perché reagì all’esternazione sessista di Battiato a Bruxelles.
Dopo la frase sessista di Battiato (e delle reazioni delle donne), sono in aumento atteggiamenti che colpiscono tutte le donne che occupano posizioni considerate maschili o che manifestano ogni forma di autonomia (come abbiamo visto con il personaggio di Belen). E’ un fenomeno di massa che fino a poco tempo fa era per lo meno più latente.
Questo dimostra come in Italia una donna che occupa posizioni pubbliche venga percepita come una prostituta. Dunque se una donna si trova lì per forza ha aperto le gambe a qualcuno (e’ questo il pensiero comune quando si pensa che una donna non sia capace di comandare). Tempo fa è stata diffusa una foto che ritraeva Angela Merkel in una spiaggia di nudisti. Ma non mi pare che i tedeschi abbiano mostrato reazioni negative, etichettando l’attuale cancelliera come una prostituta.
Il problema investe tantissimo il nostro Paese, lo stesso paese che ogni giorno si macchia di sangue di donne, uccise ferocemente dalla violenza maschile nelle relazioni. Perché il problema italiano sono le relazioni tra uomo e donna.
Per fare un esempio, qualche giorno fa, il comico Paolo Villaggio ha etichettato le donne in Quirinale come “dei cessi” in merito al proprio aspetto estetico, scambiando il Quirinale per una passerella di Miss Italia. Così si rivolge ad una donna che molte persone vorrebbero ricoprisse la carica di Presidente della Repubblica: «La Bonino Presidente della Repubblica? No, è bruttina», come se l’unica qualità di una donna da prendere in considerazione fosse il mero aspetto estetico. E’ un problema relazionale, appunto. E’ chiaro che fin quando le donne verranno considerate solo in merito all’aspetto sessuale e sminuite se non attraggono sessualmente un uomo (e quindi se non s’attengono a certi codici maschili sul sesso), come se la relazione tra donne e uomini in italia fosse meramente di natura “sessuale” (quindi relegate alla sfera privata), l’offesa principale per una donna che ha una posizione pubblica, sia che sia ministro sia che sia una star dello spettacolo, sarà anche accusarla di essere una troia, ossia di non avere “moralità sessuale” qualora fosse sessualmente attraente.
Qui il valore simbolico dell’aggettivo troia come insulto è molto forte. Essere prostituta come un’offesa all’onorabilità di una donna, le prostitute come oggetto di disprezzo ignorando che tra queste ci sono anche quelle che non hanno scelto di esserlo. E’ chiaro che nessuno ha diritto di insultare qualsiasi prostituta, altrettanto chi è costretta o chi sceglie di esserlo, perché ogni scelta rappresenta un diritto.
Bisognerebbe vergognarsi quando un Paese condanna una donna solo per il fatto di essere al potere, è simbolo che l’Italia non vede di buon occhio quando una donna lavora affianco ad un uomo. Ed è per questo che il nostro Paese continua a discriminare le donne.
Inoltre il corpo femminile continua ad essere considerato una vergogna, qualcosa di sporco. Il patriarcato vuole che la donna si vergogni del proprio corpo. Io non mi vergogno del mio corpo e della femminilità, ne vado fiera.
Malgrado il nudo in Italia fosse dappertutto, dai cartelloni pubblicitari fino alla tv ma nessuno si permette di dare della troia ad una modella (al contrario sei moralista quando critichi il modo in cui il corpo femminile è rappresentato), mentre invece lo fa quando si tratta di una donna che frequenta spiagge naturiste o che si spoglia per una causa civile (vedi Femen) Perché questo?
Forse perché infastidisce quando le donne rivendicano il fatto che i corpi non sono oggetti ma le appartengono? Forse fa paura quando il corpo femminile appartiene ad una donna che non è sottomessa ad un uomo? forse una è considerata troia SOLTANTO QUANDO E’ UNA DONNA INDIPENDENTE, AUTONOMA CHE OCCUPA POSIZIONI DI POTERE DA SEMPRE CONSIDERATE PREROGATIVA MASCHILE? La Boldrini e più in piccolo Belen, un’altra donna a cui sono state rivolte le stesse accuse, sono donne indipendenti che non vivono dietro un uomo ed è per questo che vengono criticate. Anche verso le donne del PDL sono state rivolte simili accuse, forse perchè anziché occupare un bordello si trovavano in un posto di appannaggio maschile. Forse perché davvero qualcuna si prostituiva ma questo non legittima nessuno a darle della “troia” e a renderla oggetto di pubblico dileggio.
La femminilità in Italia viene vista ancora come fosse qualcosa di negativo. Questo chiarisce perché alcuni uomini possono senza vergogna esercitare violenza di tipo sessuale sulle donne e non vergognarsi nemmeno, perché è la donna a doversi vergognare di averla subita, solo per il fatto di avere un corpo femminile considerato sporco per natura.
In Italia il maschilismo è davvero lungi dal morire ma lasciate stare i nostri corpi, i corpi sono nostri, non sono sporchi ma vengono sporcati quando un uomo se ne appropria illegittimamente.
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