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Sei una bestia, Viskovitz

Creato il 06 gennaio 2011 da Phoebes

Sei una bestia, Viskovitz

di Alessandro Boffa

Voto: 9 (su 10)
su aNobii: Sei una bestia, Viskovitz

Sei una bestia, Viskovitz

«Com’era papà?», chiesi a mia madre.
«Croccante, un po’ salato, ricco di fibre».
«Prima di mangiartelo, voglio dire».
«Era un tipino insicuro, ansioso, nevrotico, un po’ come tutti voi maschietti, Visko».
Mi sentivo più che mai vicino a quel genitore che non avevo mai conosciuto, che si era disciolto nello stomaco di mamma mentre venivo concepito. Da cui non avevo ricevuto calore, ma calorie. Grazie papà, pensai. So cosa significhi, per un mantide, sacrificarsi per la famiglia.

Viskovitz è una bestia. Anzi, tante bestie. In ogni capitolo è il protagonista della storia, solitamente sfigata, di un mammifero, un rettile, un uccello, un gasteropode, un pesce, un insetto, un microbo… Insieme a lui Ljuba (il grande amore), Jana (la racchia), Lara (la “fidanzata”), Zucotic (l’amico stupido)…

Questo libro è bellissimo! Me l’ha regalato mia cugina a Natale dicendomi “ti piacerà sicuramente!”, e aveva ragione! Umorismo, biologia, e tanta umanità esprime Visko in ogni sua nuova “incarnazione”. Mi sono piaciuti veramente tanto tutti i vari racconti, in particolare quello del Visko-mantide (il cui incipit ho messo come frase introduttiva): molto breve… e non poteva essere altrimenti, trattandosi di un mantide innamorato!
Mi sono piaciuti un sacco perfino i titoli dei vari capitoli (o racconti? Mi accorgo che li ho chiamati in tutti e due i modi, e non so quale sia la definizione migliore!), perché erano collegati anche al racconto precedente, molto spesso proprio al finale!
Il protagonista di questo libro mi ha ricordato un po’ Il più grande uomo scimmia del Pleistocene (anche se Viskovitz è molto più divertente!), per la sua voglia di cambiamento, il suo non saper stare alle regole, la sua pulsione verso un “miglioramento”, una sorta di evoluzione però, al contrario dell’Edward pleistocenico, Viskovitz non ha come scopo il miglioramento della specie, ma molto più egoisticamente la sua personale soddisfazione! :) La sfiga comunque regna sovrana attraverso epoche ed ecosistemi, fino ad arrivare alla “mazzata” finale, quando il microbo Visko, novello Adamo&Eva, subisce il castigo per aver ambito alla “conoscenza”, nel suo caso all’evoluzione da microrganismo unicellulare a individuo, a bestia, finalemente: il prezzo è la morte, perché, a differenza dei microbi che dividendosi generazione dopo generazioni perpetuano una sorta di immortalità, le bestie muoiono. E allora, tocca rinunciare a tutto.
Nella quarta di copertina ho letto i commenti di alcuni giornali riguardo a questo libro, e più di uno paragona Boffa a Esopo, per il suo modo di raccontare l’umanità con “attori” animali. Io non sono del tutto d’accordo: sebbene i racconti celino sicuramente significati che vanno oltre la semplice ristata, non c’ho visto comunque nessun intento moraleggiante, e in questo (a meno di non aver toppato totalmente coi ricordi del liceo) era un punto fondamentale nelle favole di Esopo.
Comunque quello che è fuor di dubbio è che Boffa scrive veramente bene, sa dosare ironia e biologia in maniera egregia, e spero tanto abbia voglia di scrivere ancora, perché mi piacerebbe molto leggere altri suoi libri!

Dammi 3 parole

Divertente e biologico

Informazioni sul libro

Sei una bestia, ViskovitzSei una bestia, ViskovitzPartecipa a La Sfida infinita (o quasi)… quarta edizione!, La Sfida Nascosta 2011, Sfida “Dammi 4 Parole”, La sfida dell’ALFABETO 2011 e Sfida Salva-Comodino 2011 -Extended Edition-.
Il segnalibro qui a destra è quello che ho usato durante la lettura, ed è stato realizzato da Indiana Books, che me l’ha regalato in occasione dello scambio di Segnalibri@Tema di maggio 2010 (tema: PIANTE E FIORI) nel gruppo Readers Challenge.
Invece il segnalibro qui a sinistra, dedicato al libro, è mio!

Anno: 1998
Casa Editrice: Garzanti
pagine: 139
Sei una bestia, Viskovitz su aNobii

Un po’ di frasi

Eravamo rimasti soli su quella crosta di ghiaccio alla deriva nella notte polare. Viskovitz si girò e mi disse:
«Vorrei che tu mettessi nero su bianco la nostra conversazione».
«Non è possibile», risposi. «Non sono né tipografo né scrittore. Sono un pinguino. E per me “mettere nero su bianco” significa tutt’al più fare altri pinguini».
E invece, un mese dopo, eccomi qui, immobile, con un uovo sotto la pancia, a ricordare.
Ero stato io ad attaccare discorso…
[incipit]

Noi lumache abbiamo un detto: “Ama il prossimo tuo, che chi è lontano resterà tale”.

Non mi era mai passato per la testa di essere Dio. Semmai era Lui a mettere in giro certe voci.
Visko lumaca

Ciò che ha valore sopravvive al tempo. E al giudizio del tempo, signori, grande è la formica e piccoli sono i dinosauri!

Che vinca il migliore, il più fuco!
La Vespa Regina ai partecipanti al Volo Nuziale

«Bravo, ora sei una bestia», si complimentò la voce, «ma ti rimane ancora una cosa da imoarare…».
«Sentiamo. La meiosi? La fermentazione? L’ontogenesi?».
«La morte, Visko».
«Stai scherzando».
«Non sei più un microbo, Visko. le bestie muoiono».
«Un momento, amico, un momento… Rinunciare a tutto?».
«Tutto».

[explicit, selezionare per leggere]


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