Di certo noi vegani abbiamo preso la palla al balzo, e abbiamo fatto bene. Un nome famoso, la parola "vegan" associata al concetto di salute e guarigione. Non potevamo nè dovevamo lasciarcelo scappare, il nostro Bill.
Il nostro Bill è un uomo intelligente. 65 anni, cardiopatico, scopre che la dieta vegana può salvargli la vita. E visto che per molti una verità diventa vera solo quando passa in televisione e sui giornali, la "causa" ci guadagna moltissimo. (forse)
Guai a me, dunque, se mi metto a polemizzare, o a gettare il mio solito veleno di ragno (perchè de spin, in olandese, significa il ragno, lo sapevate?). Ben venga, ben venga, il nostro Bill. E che molti altri seguano il suo esempio. Dopo un cardiopatico famoso, magari un obeso famoso tipo Giuliano Ferrara (peccato per Pavarotti sia troppo tardi), o un diabetico insigne...
Allora dai, lasciamo perdere se il nostro Bill indossa scarpe di cuoio, o se il cinturino del suo orologio è in pelle. Va bene così, facciamo quasi finta che non ce ne siamo accorti. Per la causa, questo e altro.
Certo che però il termine vegan al nostro Bill non si adatta proprio a pennello. Le motivazioni "prettamente salutistiche" sono territorio dell'ego, appannaggio di quell'"io" che non volendo morire decide di nutrirsi in modo sano. Che tali motivazioni si traducano in comportamenti alimentari etici è cosa piacevole, ma il termine "vegan" racchiude ben altro che l'alimentazione.
Se il nostro Bill rinuncia alle proteine animali ma continua ad indossare scarpe di cuoio, come possiamo definirlo? Vegano no. Sarebbe un vegano di serie B, o di serie C2, come quelle persone che si dicono vegetariane ma mangiano il pesce (o che magari, come il Signor Ministro Brambilla, lo vendono...)
Se il nostro Bill per motivi di salute fa la dieta vegan, propongo di chiamarlo clinton.
Un "clinton", sarà una persona che si nutre in modo vegan per motivi utilitaristici, ossia per salvare la propria pelle.
Un clinton potrà continuare a fare abuso degli animali in altri modi: con l'abbigliamento, con la vivisezione, portando i nipotini al circo, allo zoo e all'acquario.
Un clinton non dovrà essere così estremista da amare e rispettare gli animali per davvero.
Magari un clinton gli animali li potrà pure detestare. O sfruttare. O persino uccidere per divertimento.
Un macellaio, ad esempio, potrebbe diventare clinton per motivi di salute, ma continuare felicemente a vendere pezzi di carcassa fischiettando. Un appassionato pescatore o cacciatore potrebbe per lo stesso motivo diventare clinton, senza dover rinunciare al suo "sport" preferito.
La terminologia va aggiornata. Bisogna farlo, almeno per correttezza di informazione.
E' importante che un clinton non sia scambiato per un vegano. O che magari il sottoscritto non venga scambiato per un clinton...
Magazine Cucina
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