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SeL e IDV pensano ad un Polo smagnetizzato.

Creato il 15 gennaio 2012 da Cristiana

Buffo.

Noi non dobbiamo più avere la vocazione maggioritaria. E va bene, me la terrò in tasca per altri 10-15 anni finché capiremo che questa frammentazione partitica crea solo il mercato delle poltrone, perché se poi le coalizioni vogliono governare tanto vale trovare le sintesi prima, ragionandoci per tempo e allora tanto vale stare dentro un unico partito una grande federazione politica. E poi nel PD c’è più SeL che in SeL. E c’è pure, ahimé,un po’ di UDC. C’è tanto di simile ai radicali. Ecco ultimamente gli unici dubbi me li sto ponendo sull’IDV. Non sul suo elettorato e militanti di base che ci somigliano molto, ma sull’ingombrante Di Pietro che ormai sembra più un Bossi al di qua del fiume nei modi e nei toni.

Però se proprio dobbiamo fare la Grande Coalizione e assumendo che dell’UDC mi interessano SOLO gli elettori, so che il PD è il catalizzatore placido in cui SeL e IDV si possano ritrovare. Placido nel senso di elemento mediatore. Di assorbente di conflitti.

Sentire che insieme vogliono fare un polo alternativo al PD, mi suona stonatissimo. E mi sembra l’argomento per un titolo di giornale e via.

E’ vero che Di Pietro insegue la Fiom sui temi del lavoro, che sui diritti ha sempre speso buone parole, ma la sua eversività verbale e la sua vanità individuale non si sposano con la tradizione istituzionale e il primato del collettivo della sinistra italiana che spero il compagno Vendola voglia conservare. Tra l’altro sulle questioni del lavoro nel PD sarebbe in una buona compagnia e io penso e spero che da questa dicotomia ne nasca qualcosa di buono ed equilibrato. In soldoni sul lavoro il PD può arginare le spinte centrifughe, e contribuire ad una sintesi innovativa ed equa (se non è chiaro ci torno).

Tutto questo muoversi per cercare più consenso ha solo un risultato. Rafforzare il resto. Da Alfano a Montezemolo, per chi volesse porre quest ultimo in lizza e tra i possibili avversari.

 


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