Così quando meno te lo aspetti scopri che ci sono selezioni nell'azienda in cui lavori che vanno ben oltre le semplici conoscenze tecniche e rivalutano molto quelle parole di qualche tempo fa in cui si esortava alla non importanza della propria provenienza.
io: Quindi sono stati preparati alcuni questionari per tastare un po' le conoscenze Java ai colloqui?
il manager: Sì, ma saranno utilizzati nei prossimi mesi, per il momento siamo ancora all'approccio classico.
io: Hm, va bene. Il nuovo ragazzo belga mi sembra in gamba.
il manager: Sì, si erano presentati altri due ragazzi prima di lui, ma li abbiamo scartati.
io: Come mai?
il manager: A dir la verità - e abbassa leggermente il tono di voce - non avevano origini europee, erano marocchini e... sai...
io: ...
il manager: Insomma, non li abbiamo presi per mantenere l'ambiente omogeneo, evitare contrasti troppo forti di cultura ed abitudini, per evitare di avere qualcuno diverso in ufficio che possa creare incomprensioni.
io: Ah... beh... ma siamo già abbastanza misti... - credevo - credevo...
il manager: 4 francesi, 2 italiani e 2 belgi? Ah già, e un cinese, ma praticamente è invisibile per quanto è timido.
io: Beh... è un po' silenzioso, è vero, ma è davvero un bravo ragazzo.
il manager: Certo, certo, nessun dubbio. - Si guarda l'orologio e già intuisco le prossime parole - Ah, senti, devo andare dal cliente. A dopo.
Quindi meglio europei, meglio simili, magari anche a scapito delle capacità e non importa se poi per una battuta (va bene, una battuta da nerd, lo so) devo stare a spiegare al collega francese chi sia James Gosling, nonostante vanti anni di esperienza in Java (che sarebbe un po' come capitarvi di dover spiegare Dio a un prete da diversi anni in attività, va bene, non dubito che possa accadere, sono d'accordo), insomma meglio così, per evitare incomprensioni con il diverso. Peccato che adesso quello che si sente un po' diverso rispetto a prima son io e anche alquanto pieno d'incomprensioni a dir il vero.