#selochiediame - Come scegliere un candidato.

Creato il 24 maggio 2014 da Agipapress
Mi è stato chiesto qualche sera fa, se io voterei Marco Colombo e la Lista "Pavia con Cattaneo" e perché. A domandarmelo, una signora che si dichiarava ancora indecisa e alla ricerca di una reale motivazione per compiere la sua scelta elettorale. In effetti, scegliere un candidato per cui votare non è come scegliere mele al mercato cercando le più belle ed economiche; e non è nemmeno come decidere quale maglietta indossare per far bella figura con gli amici. Scegliere un candidato significa aprire una finestra sul futuro, il tuo e il suo. Insieme. E che resta aperta per quattro, lunghi, anni. E’ guardare attraverso quella finestra per vedere le stesse cose ma con occhi diversi. Con sintonia e disponibilità reciproca. Comprendendo che la diversità di visione è un arricchimento reciproco e non certo un ostacolo. Scegliere un candidato, quindi, non deve essere un’azione basata sul tornaconto reale o virtuale ma sulla verifica dei valori umani, morali, culturali e anche professionali che contraddistinguono un candidato. Anzi, che contraddistinguono una persona. Perché, non dimentichiamolo, un candidato è anzitutto una persona; certo, con tutti i limiti propri dell’essere umano ma che, guarda caso! sono gli stessi limiti dell’elettore. Un elemento in comune. Che spesso, proprio gli elettori, dimenticano nella vana ricerca del “candidato ideale”. E forse l’errore sta proprio lì, l’errore che tutti commettono è proprio questo: cercare il “candidato ideale”; un po’ come le donne (l’altra sera era per l’appunto una donna a pormi la domanda) che s’innamorano del “principe azzurro” e poi si scoprono mogli di un “essere umano” di cui vedono tutti i limiti ma non le immense potenzialità, proprie dell’essere umano… Se c’innamorassimo meno di un ideale inesistente, potremmo avere la mente sgombra e in grado di scegliere il candidato “giusto”. Un candidato che nel caso richiesto, seppur giovane e con tutto il diritto naturale di essere idealista, è invece una persona concreta e pragmatica, che non si propone per conquistare il mondo, che non promette se non quello che può mantenere, e che chiede solo di svolgere onestamente ogni giorno il proprio incarico con la semplicità di un rapporto schietto con i cittadini. Volto a migliorare la città in cui vive. Come se la città fosse un ampliamento della sua stessa famiglia. Un candidato “giusto” è uno che non dimentica mai di avere a che fare con “persone” vere, in carne ed ossa, con problemi seri e pressanti, che però vuole a tutti i costi, caparbiamente – e questo è un plus d’inestimabile valore – cercare di affrontarli per aprire un varco e trovare la strada che conduca alla soluzione.
Qualcuno di molto noto disse “Non chiedetevi cosa possa fare il Paese per voi ma cosa potete fare voi per il Paese”; adattandola alla nostra realtà, quello che possiamo fare per la nostra città è scegliere un candidato “giusto” che abbia basato tutto il suo “essere” e la sua esistenza sul rispetto dell’altro nel lavoro, nell’esperienza umana e relazionale. E nell’entusiasmo delle sue scelte e delle sue azioni. Ecco perché, gentile signora, io sceglierei Marco Colombo

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