Vienkarši Vizma. Tikai Vizma. Semplicemente Vizma. Solo Vizma.I lettoni da sempre la chiamano semplicemente Vizma, anche senza il cognome. Non serve per sapere di chi stanno parlando. Vizma Belševica è stata la voce poetica femminile più potente e drammatica del secondo novecento lettone.Nata nel 1931 a Riga da una famiglia molto povera, ha cominciato a scrivere molto presto, diventando negli anni sessanta uno dei principali punti di riferimento della poesia lettone. Ma è stata anche una delle voci più contrastate e censurate dell'epoca post stalinista nel paese baltico. Nelle sue poesie c'è tutto il senso della coercizione, della parola che si fa sofferente grido di emancipazione, la potenza della necessità espressiva che si fa verso, a dispetto di tutto e nonostante tutto. Vizma dopo i durissimi anni delle lotte per far sopravvivere le sue parole, i suoi versi, quando il regime che soffocava le sue poesie stava per scomparire, nel 1987 perse suo figlio Klāvs Elsbergs, anch'egli giovane poeta, morto in circostanze sospette, probabilmente per mano dei servizi segreti sovietici.Quella di Vizma è stata una voce che gli ascari del Cremlino non hanno mai sopportato. Una voce libera e potente. Una poetessa straordinaria, che è scomparsa sei anni fa. Ma ancora vivissima nelle case di ogni famiglia lettone. Per loro Vizma. Semplicemente Vizma.
Per i giorni della poesia lettone che questo blog celebra, queste due poesie di Vizma.
La nostra casa non rimane vuota.
Ci svernano le farfalle.
E in fragili sogni di tempeste di neve
i fiori vengono a visitarle.
Nemmeno le mura e le travi
gli serrano le ali -
Fra le onde blu di campanule
navigano vele bianche e nere.
Navigano attraverso l’inverno
in caldi raggi di margherite,
nuvole di polline maturo
fanno da nutrimento al loro sonno.
Quando in aprile apriremo le finestre
e lasceremo volar via le farfalle,
ancora a lungo per casa vagherannoorfane le anime dei fiori.Mūsu māja nepaliek tukša.Tur tauriņi ziemo.Un trauslos puteņa sapņospie viņiem puķes nak ciemos.Ne tad pie sienām un sijāmsakļautie spārni turas - pa zilu zvaniņu viļņiempeld melnas un baltas buras.Peld visu ziemu caurisiltos pīpeņu staros,un briedīgu putekšņu miglastauriņu miegu baro.Kad aprīlī atversim logusun laidīsim tauriņus ārā,vēl ilgi pa māju staigaspuķu dveseles bārās.
si tuffa nella corrente azzurra,
finché la corrente azzurra
inonda d’acqua lo Zemgale**.
Stai tranquillo.
Abbi fede.
Sappi.
La tua terra sopravviverà,
come le tue radici nella tua terra.
I tuoi passi sui campi di tuo padre,
finché sui campi di tuo padre si stenderà
la sacra ombra di bianche ali.Kamēr svēteļi par Svēti
baltos spārnos slīd
Kamēr baltu spārnu blāzmas
zilās straumēs krīt
Kamer zilam straumēm
Zemgalē plūst pali,
esi mierīgs.
Tici.
Zini.
Tava zeme paliks,
tavas saknes tavā zemē.
Tavas pēdas tēva sētā,
kamēr tēva sētas jumti
balto spārnu ēnā svētā.Vizma Belševica (trad. Paolo Pantaleo)
*Fiume lettone** Regione della Lettonia centrale