Ho firmato la petizione dell’Unità, mentre non potrò partecipare (causa influenza) alla grande manifestazione “Se non ora, quando? prevista peroggi, 13 febbraio 2011, per ribadire l’importanza delle donne al di fuori dei festini. Questa manifestazione, che si svolgerà in ogni grande città italiana, è nata sempre da una petizione, le cui prime firmatarie sono:
Rosellina Archinto
Gae Aulenti
Silvia Avallone
Maria Bonafede
Suor Eugenia Bonetti
Giulia Bongiorno
Margherita Buy
Susanna Camusso
Licia Colò
Cristina Comencini
Silvia Costa
Titti Di Salvo
Emma Fattorini
Tiziana Ferrario
Angela Finocchiaro
Inge Feltrinelli
Anna Finocchiaro
Donata Francescato
Rosetta Loy
Laura Morante
Claudia Mori
Michela Murgia
Flavia Nardelli
Valeria Parrella
Flavia Perina
Marinella Perrone
Amanda Sandrelli
Lunetta Savino
Clara Sereni
Gabriella Stramaccione
Patrizia Toja
Livia Turco
Lorella Zanardo
Natalia Aspesi
Letizia Battaglia
Associazione Dinuovo
Associazione Le filomene - il filo delle donne
A “Se non ora, quando?” si può partecipare anche semplicemente cliccando qui e firmando la petizione. A questo proposito, volevo riportare – in corsivo - quanto inviatomi dalla Libera Università delle Donne di Milano.
Manifestiamo la nostra autonomia:
- perché il rapporto di Berlusconi con le donne non sia ridotto a questione 'privata' o considerato politico solo in quanto riferito a un’alta carica istituzionale;
- perché non si tratta di chiedere amicizia agli uomini, ma di pretendere che mettano in discussione i valori su cui hanno costruito la loro sessualità. “Valori” come dominio, potere, sopraffazione che stanno alla base di diseguaglianze e discriminazioni;
- perché non si mettano sotto l'etichetta della moralità-immoralità comportamenti, scelte sessuali, che parlano invece del rapporto di potere tra uomini e donne, dell'immaginario e del desiderio sessuale maschile, dell'identificazione della donna col corpo erotico e riproduttivo;
- perché guardiamo con sospetto il fatto che ci si ricordi delle donne e del femminismo solo quando servono a una causa della politica maschile, mentre si evita accuratamente di mettere a tema il rapporto uomo-donna;
- perché pensiamo che non siano solo Berlusconi e le sue televisioni ad offendere la dignità delle donne, ma lo sfruttamento e la violenza che ancora subiscono nelle case, la marginalità e le discriminazioni nei posti di lavoro, l'assenza dai ruoli decisionali, la messa sotto silenzio della cultura politica prodotta dal femminismo nel nostro paese;
- perché vogliamo non solo le 'dimissioni' di Berlusconi, ma anche quelle del potere e della cultura maschile di cui è prototipo in massimo grado;
- perché consideriamo che sia una creazione maschile il 'femminile', nel suo duplice aspetto di 'seduzione' e di 'cura' (o salvezza), e non vogliamo più essere divise tra decorose e indecorose;
- perché pretendiamo di esistere come donne al di fuori della rappresentazione e della rappresentanza maschile;
- perché le differenze tra le donne siano occasione di confronto e crescita comune di un soggetto politico che pretende AUTONOMIA, DIGNITA' e PAROLA nello spazio pubblico;
- perché d'ora in poi si continui a tenere vivo il dibattito che si è aperto tra le donne, le loro associazioni, tra donne e uomini.
Libera Università delle Donne
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