Il mondo del lavoro è in una crisi che appare irreversibile: facile uscirne, impossibile entrarvi! Tagliare i costi del personale per sopravvivere, dicono le aziende. Licenziano approfittando della crisi economica, ribattono i lavoratori. Comunque sia i numeri che vengono dal mondo del lavoro non sono incoraggianti: nel periodo 2011-2012
i licenziamenti, per cessazione di attività o tagli al personale,
sono aumentati del 40% e tutti i principali canali di accesso al lavoro - dai contratti a tempo indeterminato a quelli a progetto - si sono ristretti pesantemente. Sono i principali risultati dell'indagine condotta dalla Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro. C'è un indicatore altrettanto allarmante della crisi occupazionale del nostro paese:
il calo delle dimissioni.
Nell'ultimo anno sono diminuite del 30%, segno che chi ha un posto di lavoro se lo tiene stretto. In periodi di espansione economica infatti il turn-over aumenta in parallelo all'aumento dell'offerta di lavoro e alla possibilità di trovare un impiego migliore. E non è la situazione attuale. Altro dato significativo: si sono praticamente
dimezzate le dimissioni consensuali. Segno di una conflittualità crescente nei rapporti tra aziende e lavoratori. Porte sempre più chiuse poi, per l'accesso al lavoro. L'analisi dei dati riportata dal quotidiano
Italia Oggi disegna un quadro poco rassicurante. Se
uscire dal mondo del lavoro è sempre più facile, entrarci (e muoversi al suo interno)
è sempre più difficile. Questi i risultati del confronto 2011-2012:
• assunzioni a tempo indeterminato: -20%;
• assunzioni a tempo determinato: -15%;
• trasformazioni da tempo determinato a indeterminato: -45%;
• assunzioni a seguito di apprendistato professionalizzante: -20%;
• contratti a progetto: -15%.
Ad essere penalizzate - come si vede - non sono solo le forme di inserimento più onerose e vincolanti per le aziende, ma anche quelli che dovrebbero essere gli ingressi più flessibili come l'apprendistato - che, secondo i consulenti del lavoro, la riforma del lavoro della Fornero renderà più oneroso per le aziende - o il contratto a progetto - che verrà ancor più penalizzato dall'aumento dell'aliquota contributiva (al 33% entro il 2018). E per il 2013 si prevedono ancora nubi sul mondo del lavoro! Le prospettive a breve-medio termine non sono incoraggianti. Per il 2013 l'indagine tra i consulenti del lavoro indica un panorama occupazionale così composto:
• un 41% di assunzioni a tempo indeterminato;
• un 17% di impieghi a tempo determinato ma solo un 4% si trasformerà in assunzione stabile;
• solo un 3% di contratti a progetto;
• un 19% di licenziamenti per cessazione di attività o riduzione del personale;
• un misero 5% di dimissioni.