Sennentuntschi ( 2010 )

Creato il 17 agosto 2012 da Bradipo
Il male può presentarsi attraverso le forme più svariate in questo thriller/horror svizzero che recupera una leggenda antica del folklore locale, quella della Sennenpuppe( bambola dei pastori) altrimenti chiamata Sennentuntschi che narra di un surrogato di donna costruito con una mazza di scopa a fare da scheletro,la saggina a far da capigliatura , vimini e iuta per la testa e il corpo. Pronunciando una formula la bambola prende vita per incantesimo ed è pronta a soddisfare le voglie sessuali dei pastori.
La sua vendetta però sarà tremenda  e  il mattino dopo lei scuoierà i malcapitati pastori.
Sennentuntschi racconta in un lungo flashback una storia di cronaca di metà anni '70, il ritrovamento in un paese di una ragazza apparentemente poco più che adolescente, dai modi selvaggi come se non fosse mai venuta in contatto con la civiltà. E non parla neanche.
Il fatto che associato al suo ritrovamento ci sia il suicidio dell'assistente del parroco e un aborto provocano nella piccola comunità un'accesa ostilità verso di lei. L'unico che cerca di capire e che la protegge è il poliziotto.
Parallelamente a questa viene narrata la storia di tre uomini in una baita in montagna che in preda ai fumi dell'assenzio evocano la Sennentuntschi che con la sola sua presenza determinerà la rovina dei rapporti preesistenti tra i tre che non è giusto rivelare per non intaccare il piacere della visione.
Sono correlate le due storie e come verrà spiegato tutto ( o quasi) ?
Il film di Michael Steiner prende spunto da questa storia propria del folklore delle Alpi Svizzere per un racconto  che descrive la fascinazione che il male può esercitare su una comunità chiusa sia per ragioni geografiche che culturali.
Da oggi la Svizzera non sarà più solo la terra di cioccolata, groviera , orologi a cucù e caprette sui monti che fanno ciao.
Sennentuntschi è un qualcosa di originale ( e ciò è dato anche dall'ambientazione da urlo, tra alta montagna e borghi isolati incantevoli che comunque qui assumono aria estremamente minacciosa ) e stratificato grazie a una sceneggiatura ricca di colpi di scena e che riesce a centellinare le rivelazioni fino all'ultimo in un crescendo rimarchevole.
Addirittura quando si tratta di tirare le fila del racconto , Steiner adotta senza problemi un montaggio alternato che scompagina anche l'unità temporale col risultato di rendere meno immediata la fruizione epidermica ma permette alla storia di mostrare appieno tutte le sue stratificazioni per una visione estremamente appagante.
Le venature horror ci sono e sono anche bene in evidenza in un film sempre in bilico tra realtà e soprannaturale , in cui lo spettatore è portato a empatizzare verso un personaggio di fascino perverso e di insinuante ambiguità come quello della ragazza "selvaggia" che provoca repulsione e attrazione allo stesso tempo. Se all'inizio respinge come un'indemoniata i simboli della cristianità facendo sospettare la sua natura demoniaca , poi questa avversione trova una spiegazione concreta facendo propendere per la giustificazione di tali atti inconsulti.
Ma tutto viene mescolato e rimesso in gioco in un prefinale al calor bianco in cui i dubbi sulla natura della ragazza riaffioreranno in maniera decisa.
Facile immedesimarsi nel poliziotto buono e ragionevole ( forse anche un po' bietolone) che vuole insegnarle a vivere civilmente e nel suo senso di smarrimento quando non riesce a capire quello che sta succedendo attorno a lui.
Sennentuntschi è un film di rottura rispetto alle coordinate stilistiche oramai ben consolidate dell'horror europeo,soprattutto  francese e spagnolo.
L'ambientazione montana gli conferisce unicità e fascino, la tensione si taglia col coltello , il regista è bravo a tenere coperto il proprio gioco fino all'ultimo per una pellicola che è stato un buon successo di botteghino in patria e che non sfigura affatto a livello internazionale. Anzi.
Molto travagliato dal punto di vista produttivo ( ha rischiato anche di non vedere la luce ), Sennentuntschi è un film con una fotografia eccellente  senza ricorrere alle patinature National Geographic vista l'ambientazione  peculiare  ed è ottimamente  recitato da attori perlopiù sconosciuti fuori dai confini patri.
Eccezione è la bravissima Roxane Mesquida, attrice francese con un certo curriculum nonostante la giovane età che è brava a colorare il suo personaggio, quello della ragazza "selvaggia",  recitando praticamente solo con lo sguardo .
L'ultima notazione è per il manifesto del film: una vera e propria opera d'arte realizzata da Ernst Oppliger che sembra riproporre la disperazione di certi quadri di Bosch ma in un bianco e nero che conferisce al tutto un'aria ancora più bruta e misteriosa.
( VOTO : 7,5 / 10 ) 

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