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Sensazione del talento

Da Camphora @StarbooksIt

Sento parlare spesso di talento. Di talento come valore intrinseco, naturale, indiscusso. Bacio, dono, fortuna. Non tanto come desiderio, altra possibilità del termine, forse più antica – almeno nel Tasso l’ho incontrata in quell’accezione. Mi chiedo: se chi scrive sia davvero consapevole del suo valore o eventuale capacità naturale. È possibile essere inconsapevoli di una capacità naturale, o al contrario, immaginarsi talentuosi quando non lo si è? Dove saranno mai le prove? Dentro o fuori di noi? È il desiderio di scrivere che alimenta il talento, o è il talento che forgia il desiderio di scrivere?
Una persona senza talento potrà scrivere ed essere credibile? Quanto conta sapere del proprio valore? Un’espressione artistica può davvero essere comparata come una moneta?
Un Cinzani con ghiaccio.

Sensazione del talento

Luigi Salerno

Specializzato in alta formazione musicale, con tesi per il secondo livello sulla musica classica nel cinema (La musica colta nel fotogramma) conseguita con il massimo dei voti.
15 TH International Gypsy Friend Arts Competition 2008: Premiato nella Categoria Unpublished Short Story con il racconto “Il sole negli occhi”.
Finalista al Concorso Terre di Mezzo con selezioni testi della Scuola Holden di Torino (2008) con il racconto “Il telegramma”. Premiato alla II Edizione del Concorso “Edonismi” -Festival Libriamo 2009 Vicenza (continuazione ideale Sillabari di Goffredo Parise). Inserito nelle Selezioni Concorso Verba Agrestia 2011 – Società Gallarate Studi Patri. Pubblica il romanzo “Il disabitato” (2011) Edizioni Il Pavone di Messina. Di prossima pubblicazione il romanzo “L’azzurro della notte”.
Per il teatro: Meerschaum (Atto unico)/ La stanza di Fritz/ Il chiodo nella fragola

 


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