Torno ad aggiornare la rubrica delle Sensazioni.
Accasciata sul divano che do’ le spalle al condizionatore – che ringrazio! – in una giornata così non si sta bene neanche al mare. Al tg l’hanno chiamata la settimana più calda, ma è già domenica: ho paura che si riferisse alla prossima.
Se così fosse, peggio per loro: i turisti. Non dev’essere poi così tanto bello fare i turisti. Il punto è che lo siamo un po’ tutti, ogni tanto. Non appena varchiamo il confine della nostra terra ci sentiamo già stranieri, svedesi, polacchi, norvegesi, poliglotti, spaesati, spossati e ce ne vogliamo tornare a casa al più presto.
Per fare i turisti anche solo per un giorno ce ne vuole.
Una valigia non basta.
Quando picchia in testa la voglia di andar via, prenotare un volo solo andata non è sufficiente.
Non funziona come nei film che dici “parto” e il giorno dopo sei in aereoporto. C’è gente che simila questo tipo di scene, ma omette un sacco di cose come la prenotazione del viaggio e quindi la ricarica della carta prepagata, la stampa del biglietto e il check-in online, e se la stampante da problemi? passa tutto su pedrive e vai in copisteria. Dopo tanto tram tram hai il biglietto.
La prima tappa è superata.
Ora, prendi la valigia, cosa ci butti dentro? specialmente se il biglietto è solo andata. Quanti pantaloni? quante maglie? Farà caldo, farà freddo? Ti informi su tutto. La valigia è quasi pronta, ma non chiude, cerchi di comprimerla con la pancia, a peso morto, mentre fai scorrere la zip che si blocca, la forzi ma si impiglia tra i vestiti, riapri la valigia, appiattisci i vestiti, riprovi, e finalmente va’. Quanto peserà? se vale come bagaglio a mano non deve superare un certo peso. Trova una bilancia adatta. Chiedila a qualcuno oppure comprala. Va bè dovrebbe andar bene.
Anche la seconda tappa è superata.
Adesso, puoi annunciare la tua partenza, ma non troppo presto. Con le partenze non bisogna mai cantar vittoria.
C’è ancora tanto da fare prima di imbarcare come sperare che biglietto e check-in vadano bene e la valigia passi dal metal detector senza problemi.
Nei film la scena dell’aereoporto c’è sempre. Ma spesso il gioco non vale la candela: o fila tutto liscio e l’aereo cade, oppure il protagonista ci ripensa e non parte più. In entrambi i casi ci son perdite. Anche se è pur vero che ogni scelta comporta una rinuncia, questi colpi di scena nella vita reale non penseremo mai di farli, salvo imprevisti (allora nei film è tutto un imprevisto…)!
Eppure vorrei trovarlo il regista disposto a girare tremila scene sui bordelli prima di partire, in cui dopo tanta fatica il personaggio protagonista è in volo e fila tutto liscio.
Dev’essere una bella sensazione.