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Senti che bel libro

Creato il 20 settembre 2010 da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Il mio amico Zbigniew, che di mestiere gestisce il principale sito di vendita di audiolibri in Polonia, durante un pranzo a base di zuppa di pomodoro con dentro una pallina di gelato alla panna, mi spiegava che, a suo parere, fra pochi anni i romanzi in formato mp3 raggiungeranno un successo pari e forse superiore a quello dei tanto discussi e-book.
La sua teoria è che la gente, presa com’è da mille impegni, schiacciata da lavoro, figli, corsi di glutei-addominali-gambe, provini per diventare star della televisione, notti in discoteca, sedute dallo psicanalista per risolvere i problemi di coppia e pomeriggi in chat a cercarsi un amante occasionale, a qualcosa deve pur rinunciare, e ça va sans dire, la lettura, di tutte le attività, è senza dubbio la meno necessaria.
Così Zbigniew, il quale, oltre ad essere l’unico polacco sexy che mi sia capitato di conoscere, è anche persona intelligente, colta, e con un certo fiuto per gli affari a completare il profilo, non ha dubbi: ma quale Ipad! Ma quale formato e-pub! Il futuro della letteratura sta negli auricolari dei nostri telefonini. E sempre di più ci abitueremo ad appassionarci alla narrativa mentre, in contemporanea, staremo facendo tutt’altro. 
Quando in tavola facevano la loro comparsa i golabki (involtini di cavolo ripieni di riso), siamo passati alle dimostrazioni pratiche, e ho potuto scoprire che, grazie alle tecnologie, il racconto della voce leggente si interrompe in automatico all’arrivo di una chiamata o di un sms finché poi, terminata l’operazione prioritaria di comunicazione con il mondo esterno, la storia riprende esattamente dal punto in cui si era interrotta. Perché si sa: il cellulare è assai più preciso di noi anche nel mettere i segnalibri.
Esattamente come accadeva per il menù che sfilava sulla mia tavola, non riuscivo a capire se tutto ciò mi deliziava o mi creava una disgustosa inquietudine.
Non so.. sarà che qui da noi gli audiolibri sono ancora pochi e recitati malino, sarà che la mia capacità di concentrazione è già così scarsa di suo che ci manca pure un invito al fare tre cose allo stesso tempo, sarà che quando leggo un libro preferisco inventarmeli da me i toni dei dialoghi, le voci dei protagonisti, e scandire le frasi secondo un ritmo mio, ma io non sono mica ancora tanto convinto che ci sia qualcosa di cui gioire, in tutta questa biblioteca per Itunes.
Sebbene io sia cresciuto con i quarantacinque giri delle Fiabe Sonore, e abbia dedicato una fetta significativa alla radio amandola con passione e fedeltà; sebbene la tecnologia mi affascini e mi diverta, non posso fare a meno di pensare che la lettura sia un tipo di esperienza assai differente, fatta di altri ingredienti: la forza anche estetica della parola scritta, il potere dato al lettore di avere pieno dominio della frase, l’attenzione che, dandoti la possibilità di non pensare ad altro, ti aiuta a sentire meglio le tue reazioni emotive al testo. E poi mi sembra che sia un'offesa per il libro, dedicargli solo tempi morti, e concedergli degli spazi solo a patto che questo non metta a repentaglio altre attività. Leggere è affascinante solo se si sceglie di farlo, e se per riuscirci si deve rinunciare ad altri piaceri.
Altrimenti sono solo paragrafi enunciati al vento, prestazioni orali ottime per qualche ora di entertainment, ma efficaci e interessanti ai tempi di Boccaccio e de Le Mille e una Notte, non certo oggi, con tutta quest’abbondanza di plasma al 3D, Dolby Surround ed altre diavolerie tecniche.
Gli audiolibri mi andranno benissimo il giorno in cui, da consumato onanista che sono, avrò perso del tutto la vista e non potrò più permettermi una lettura tout-court. Fino ad allora, preferisco che gli effetti speciali e l’avanguardia continuino a risiedere nella potenza delle parole, e non nei mezzi utilizzati per diffonderle.


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