Alla luce delle tue labbra, un canto nudo si sfoglia, si spande in questa stanza il suo amaro aroma; cera; un gioco di gocce e di luci si alterna nella penombra, e ogni movimento scende lento come un fermo-immagine dentro all’anima.
Qualcosa di te ha le parvenze di un’impronta che non saprò mai togliere; le mie mani si fermano, il respiro vibra impossibile tra l’aria e la pelle. Qualcosa di noi ha le parvenze dell’immoto, di qualcosa che non ha fine, di un pizzicato che sommuove tutto quello che da troppo tempo è sedimentato in fondo.
In fondo, dove questa armonia improvvisamente sembra aprire, ma vuole rimanere muta; in fondo, dove l’amarognolo ha un colore giallo come l’amore a lungo conservato e mai svelato; è screziato come un crisantemo, con le sue venature rossastre di amaranto.
E in questo tramonto io sento che dentro c’è un tutto che non puoi dividere; che dentro c’è un palpito troppo intenso per disobbedire alla illogica presenza del cuore; che dentro c’è tutto ed è troppo pieno; e questo tutto mi mancherà quando tra qualche istante la magia si scioglierà in un sorriso troppo tenue per essere dimenticato.
E in questo istante ho tutto e non ho niente; e in questo istante sono tutto e sono inerme; distante da te da me, presente, forse ho felicità.